Alpini oggi, con lo spirito di 135 anni fa

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    Il 15 ottobre del 1872, con decreto regio nr. 1056, veniva istituito il Corpo degli Alpini, con reclutamento a base regionale. Formarono le prime 15 compagnie i giovani della classe 1852. Non è che il re Vittorio Emanuele II avesse le idee tanto chiare, anzi, probabilmente non se n’era neanche accorto di firmare un decreto che avrebbe cambiato, e segnato profondamente, la storia d’Italia e dell’Esercito.

    Il fatto è che l’allora ministro della Guerra, il generale Cesare Ricotti Magnani, convinto dello studio di un giovane capitano, Giuseppe Domenico Perrucchetti, sulla necessità di difendere i confini montani, aveva inserito nel decreto un paragrafo per la costituzione di quindici nuove compagnie che non sarebbero mai nate se la proposta fosse approdata alla Camera, viste le ristrettezze di bilancio. Così, per un raro, fortunato e irripetibile caso della storia del nostro Paese (le cui lobby parlamentari sono maestre a giocare con le pieghe di bilancio e gli inserimenti di paragrafi, note, codicilli e via variando) lo stratagemma è finito bene.

    Queste quindici compagnie, camuffate da distrettuali, bersaglieri alpini, bersalpini e infine soltanto e dici poco! alpini, entrarono nell’Esercito in punta di piedi e ora (non ce ne vogliano gli altri) lo primeggiano a testa alta. Ci vollero ancora cinque anni per le prime cinque batterie di artiglieri da montagna e trenta per mettere le mostrine verdi. Oggi gli alpini sono cambiati, com’è giusto che sia; ma se durante il Novecento si sono guadagnati la riconoscenza del Paese, oggi lo stesso credito e riconoscenza sono loro riconosciuti in ambito internazionale dove, da bravi soldati cresciuti, o istruiti, ai valori essenziali della montagna, difendono la pace con lo stesso spirito e senso del dovere con i quali si comportarono negli eventi più tragici, rivelando anche in terre lontane e fra genti così diverse per storia, cultura, lingua e religione la loro caratteristica più profonda: una grande umanità.

    Oggi nel 135º di fondazione del Corpo, non c’è sezione o gruppo che non ne celebrino la ricorrenza, a dimostrazione di una memoria del passato che fa parte del bagaglio formativo degli alpini. Questo numero del nostro mensile vuole dedicare la copertina a un evento significativo: la consegna del cappello alpino alle reclute da parte dei veci’. Significativo è anche il luogo in cui questo è avvenuto: il Sacrario del Grappa, dove riposano i nostri Padri. Ieri come oggi, dunque, anche se la società è cambiata, così distratta e disinteressata, così propensa a ritenere inutile l’osservanza delle regole e così bisognosa, invece, di quelle lezioni storiche di pedagogia morale che gli alpini continuano ad osservare.