Alpini in armi e in congedo insieme nella marcia della penna

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    Una lodevole tradizione ripresa dal col. Maggian, comandante del 7º rgt.

    Il comandante del 7º reggimento alpini, col. Edoardo Maggian, ha ripristinato una antica tradizione del reggimento. Era abitudine, come ricorda il ten. col. Giovanni Da Prà, memoria storica del 7º, che i giovani appena arrivati al reggimento per meritarsi il cappello alpino dovessero effettuare una marcia, detta appunto Marcia della Penna , alla fine della quale gli anziani consegnavano loro il copricapo tanto ambito.

    Il 29 settembre, per la seconda volta (la prima fu nel mese di agosto con una marcia al rifugio 7º Alpini , nel gruppo della Schiara), i 65 nuovi arrivati al reggimento, del 3º blocco VFP1, hanno ricevuto il loro cappello dopo una marcia che da Val Morèl li ha portati al rifugio Visentin, sulle prealpi bellunesi. Lassù la cerimonia si è svolta davanti al sacello del 5º artiglieria alpina, voluto nel 1936 dal col. Antonio Norcen per ricordare i Caduti di quei reparti, unico monumento alla memoria della divisione Pusteria che fu sciolta l’8 settembre 1943.

    Gli alpini del 7º, al comando del ten. col. Sfarra, sono giunti in vetta con le compagnie 64 65 66 125 269 e la compagnia comando, per un totale di 210 uomini. A ricevere gli alpini del 7º c’era una delegazione di alpini delle sezioni ANA di Belluno e Vicenza. Dopo il saluto del col. Maggian, che ha spiegato brevemente che cosa significhi per un alpino il proprio cappello e, a seguire, l’alzabandiera, con breve cerimonia sono stati resi gli o­nori ai Caduti con la deposizione della corona d’alloro, il suono del Silenzio da parte di due trombettieri d’eccezione (uno della sezione ANA di Vicenza e l’altro della sezione di Belluno) quindi è stata recitata la preghiera dell’Alpino.

    Al termine, quattro soci ANA ed alcuni anziani del 7º hanno consegnato il cappello ai giovani appena arrivati. È stato un momento semplice e, nello stesso tempo, solenne che ha commosso i veci dell’ANA e sicuramente anche i nuovi alpini. Ovvio che l’incontro si concludesse con un ottimo rancio preparato dai cucinieri e consumato nei locali del rifugio, gestito da Giovanni Del Vesco, dove non sono mancati i consigli da parte dei veci alle nuove reclute sul come ammorbidire gli scarponi, nuovi di magazzino.

    Poi zaino in spalla e giù, verso il piazzale del Nevegàl. L’allora comandante delle Truppe Alpine gen. Iob auspicava che gli alpini tornassero a svolgere un po’ di addestramento in montagna: il 7º reggimento alpini lo sta facendo e, da quello che abbiamo potuto sentire, ufficiali, sottufficiali ed alpini ne sono entusiasti.

    Dino Bridda