Alpini del 5°, l'ANA con voi

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    La nostra missione è questa: supportare l’organizzazione del governo afgano ed i suoi organi esecutivi nella loro opera di stabilizzazione, di ricostruzione e di pacificazione di quel Paese. Ci siamo preparati con impegno e dedizione a questa missione nel corso dei mesi passati: abbiamo svolto lunghi addestramenti di preparazione, esercitazioni di vario tipo; abbiamo ricevuto ed imparato ad impiegare equipaggiamenti e materiali nuovi e sofisticati, selezionato il personale ed incrementato la nostra efficienza fisica e la nostra preparazione morale.

    Di questi sforzi, delle difficoltà superate e dei risultati conseguiti, devo dare atto a tutti voi ed alle nostre famiglie che ci hanno incoraggiati e sostenuti spiritualmente . Il colonnello Alfredo Massimo de Fonzo sta rivolgendosi ai suoi alpini del 5º reggimento, schierati nel piazzale della caserma Menini di Vipiteno. Sono in partenza per l’Afghanistan: le compagnie hanno l’equipaggiamento da deserto, era bastato osservarli mentre prendevano posizione nello schieramento per capire che la loro perfezione formale significava anche un altrettanto perfetto addestramento.

    Questa è la cronaca di un reggimento alpini che parte per una missione di pace in una terra ricca di storia. L’8 agosto il reggimento ha dato il cambio al 3º reggimento di Pinerolo a Herat, dove rimarrà fino a gennaio. La cerimonia del saluto alla Bandiera di guerra del reggimento, che con il comando avrebbe preceduto il resto della forza in terra afgana, era iniziata con la resa degli onori al nostro Labaro, scortato dal vice presidente nazionale vicario Ivano Gentili e dai consiglieri Antonio Cason e Paolo Frizzi.

    Poi gli onori alla Bandiera di guerra e la rassegna del reggimento da parte del generale di C.A. Armando Novelli; comandante delle Truppe alpine accompagnato dal comandante della brigata Julia generale Claudio Mora. In tribuna, accanto alle autorità, numerosi familiari degli alpini in partenza. È stata una cerimonia semplice, conclusa con la Preghiera dell’Alpino recitata da un caporale donna con voce chiara e ferma.

    Ma è stata anche una cerimonia particolarmente significativa per i discorsi del col. de Fonzo e del generale Novelli. Parole che dimostrano quanto sono cambiati gli alpini d’oggi, e per un fortunato ossimoro quanto siano uguali a quelli di ieri: in senso del dovere, disciplina, umanità. E proprio agli alpini di ieri, alla delegazione della nostra Associazione, si era rivolto il colonnello de Fonzo, per ringraziare il vice presidente vicario Gentili e i consiglieri Cason e Frizzi per la presenza solidale dell’Associazione alla vigilia di una missione impegnativa, viste le condizioni del teatro. Tra la popolazione afgana inerme e martoriata da molti anni di guerre civili ed esterne ha detto il colonnello rivolgendosi ai suoi alpini si celano terroristi e integralisti che utilizzano vigliaccamente tattiche di combattimento subdole e insidiose.

    Molti dei nostri sforzi sono proprio stati tesi a prepararci al meglio a fronteggiare queste minacce. Abbiamo fatto, in coscienza, del nostro meglio e tutto quanto era possibile per affrontare la missione a testa alta. Non solo negli ultimi mesi di approntamento, ma col quotidiano e diurno impegno di una vita in uniforme . Poi il richiamo alla Bandiera, al Labaro, ai nostri Padri. Oggi è il giorno nel quale dobbiamo dare ai Comandi Superiori il pronti all’impiego’. Non vi è testimone ed auspicio migliore della nostra Bandiera di guerra, che con le sue decorazioni testimonia il valore di quanti ci hanno preceduto e che nell’odierna occasione è accompagnata dal glorioso Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini per presentare alle superiori autorità la nostra determinazione. Che essa ci sia di monito .

    E avviandosi alla conclusione: Le tradizioni di coraggio, di impegno e il tributo di sangue che il 5º Reggimento ha pagato alla Patria, nel corso dei suoi 125 anni di storia, costituiscono il nostro bagaglio morale e il substrato dal quale trarre la motivazione e lo spirito di Corpo che caratterizzano la nostra compagine di brother in sword , la banda di fratelli che affrontano uniti qualunque avversario. Grazie del vostro impegno, ragazzi . Infine, riferendosi al generale Novelli ha concluso con l’invito a considerare il 5º Alpini pronto all’impiego .

    L’Associazione nazionale alpini è con voi ed è con orgoglio che la rappresento nel porgervi il saluto alla partenza per questa missione che riconosciamo importante e altamente rischiosa , ha esordito il vice presidente vicario Ivano Gentili prendendo brevemente la parola. Il nostro Labaro rende onore a voi per il rispetto che vi dobbiamo, e con il Labaro c’è tutta l’Italia che vi ama e vi aspetta al vostro ritorno. A settembre ha concluso Gentili ricorre la festa di San Maurizio, patrono degli alpini.

    Noi celebreremo questa ricorrenza e lo pregheremo anche per voi . Il generale Novelli ha parlato sul filo dei ricordi, di quando, proprio in quella caserma, fu comandante di compagnia e di reggimento. Ha espresso gratitudine all’ANA per la presenza del Labaro e ringraziato Gentili per l’affettuoso saluto rivolto agli alpini e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto Con gli alpini del 5º a Kabul : la Provincia autonoma di Bolzano, il Comune di Merano, il Lions Club e la sezione ANA di Bolzano con i gruppi di Merano, Sinigo e Marlengo.

    Hanno raccolto circa 150.000 euro che il 5º alpini utilizzerà per la ricostruzione, a Kabul, dell’istituto scolastico Mohammad Alam Faizad. E, rivolgendosi direttamente agli alpini ha fatto ricorso all’orgoglio di appartenenza: In Afghanistan ha detto voi rappresenterete le Truppe alpine. Truppe che ancora oggi costituiscono una peculiarità del nostro esercito e che da sempre hanno risposto agli appelli con senso del dovere, con onestà e tenacia, con generosità e perseveranza.

    Sono certo che sarete eccellenti testimoni del nostro mondo e che saprete trasferire a tutti quelli che opereranno con voi lo spirito ed i valori che, quali soldati di montagna, voi possedete . Ha ricordato che la missione avviene su mandato della comunità internazionale per garantire la stabilità, quale premessa alla pace, e per aiutare la ricostruzione dell’Afghanistan. Lavorerete al fianco di soldati di altri 36 paesi. Contribuirete alla sicurezza dell’area di Kabul, sosterrete le forze locali di polizia e dell’esercito nel loro sforzo di riorganizzazione e di sviluppo, aiuterete l’Afghanistan a rinascere ed il suo popolo a trovare la via della speranza e della crescita civile e politica .

    Tre gli obiettivi di base riassunti da Novelli: sicurezza, ricostruzione, rinascita. Sono tutti obiettivi importanti e che sono tra di loro collegati ha proseguito il comandante ma quest’ultimo, la rinascita, intesa come crescita civile e politica dell’Afghanistan è, a mio avviso, l’obiettivo più importante, ma anche il più difficile da realizzare: non trascuratelo! Potrete costruire ponti, pozzi, scuole e strade, ma se non aiuterete le popolazioni a crescere nel loro senso civico, nei loro valori etici, non eviterete che queste stesse opere che avete faticosamente costruito, siano distrutte immediatamente dopo dall’azione terroristica di qualche fanatico!

    Sono gli afgani, infatti, che devono prendersi cura delle cose che farete, che devono sentirle proprie, salvaguardarle e proteggerle, e voi dovete aiutarli a farlo. Se non ci riuscirete, voi avrete lavorato tanto, ma non avrete ottenuto nulla! .

    Poi il ricordo degli alpini caduti nelle imboscate e subito dopo preziosi consigli ad essere attenti, curiosi e pazienti. Siate pronti a
    cogliere i particolari, a percepire elementi di novità, non siate mai superficiali, fatevi guidare più dal dubbio che dalla certezza, operando con prudenza . Il generale Novelli li ha elogiati per il duro lavoro di preparazione a questa missione, nella quale li accompagna l’abbraccio dei vostri cari, ai quali si aggiunge quello di tutte le Truppe alpine e mio personale , ed ha concluso con le parole che il ministro della Difesa Parisi ha pronunciato in occasione dei Ca.sta: Solo un braccio sicuro può dare sicurezza, ma un braccio è reso sicuro solo dall’esercizio dell’addestramento e dalla forza d’animo . E ha aggiunto: ‘Sia così anche per voi! Arrivederci e viva il Quinto! . (g.g.b.)