Alpini col cappello e alpini nel cuore La piccozza

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    Magari non saranno tutti alpini, non avranno fatto tutti la naia con il glorioso cappello con la penna, ma di certo, appassionati come sono di montagna, l’alpinità ce l’hanno ben radicata nell’animo. E non l’esprimono solo raggiungendo le vette e sostando in baite, ma anche con la voce. Cantano. Cantano le cime innevate, i fiori alpestri, l’allegria nei rifugi, l’amore di madri e di morose, il ricordo degli amici andati avanti , i sacrifici da questi compiuti per la Patria.
    Un coro con tali sentimenti e tali intenti merita di comparire su L’Alpino, vero?
    Si chiama coro alpino La piccozzaavis , vive e lavora in Ascoli Piceno, è affiatatissimo con il locale gruppo ANA. E’ nato nel 1987 grazie ad alcuni assidui frequentatori di montagne desiderosi di cantare anche se …ebbene sì, privi di nozioni musicali. Ma le passioni, si sa, spingono all’impegno, suscitano entusiasmo, colmano lacune.
    Infatti, in quindici anni di vita, il coro si è fatto conoscere e apprezzare.
    Il merito di reclutare i primi cantori fu di Giuseppe Vena che diventò il primo presidente: la direzione artistica fu affidata all’autodidatta Ernani Di Girolamo, già maresciallo dell’Esercito. Piano piano, per La piccozzaavis si aprirono porte importanti: Telespazio in Abruzzo, villa Pamphili a Roma, la RAI.
    Nel 1992 a Vena succedette Augusto Giammiro, ufficiale degli alpini durante la 2ª guerra mondiale e nello stesso anno divenne maestro del coro il giovane ma in gamba Massimiliano Tarli. I coristi erano quaranta, molti dei quali giovani e conoscitori di musica. Dai concerti e rassegne regionali di ottimo livello (Corimarche, Picenincoro)
    si passò ad altre regioni italiane, Veneto soprattutto. A Giammiro, andato avanti , subentrò Francesco Monaldi, un gran trascinatore tuttora in carica coadiuvato da ottimi elementi.
    Dalla felice idea di uno di questi, Emidio Martini, nacque il fiore all’occhiello del coro, un premio culturale annuale destinato al cittadino piceno maggiormente distintosi nell’ambito del suo lavoro: è il non senza fatiga , titolo ripreso da un’iscrizione cinquecentesca visibile sopra il portone di una casa di Ascoli. In occasione del premio vengono ospitati i migliori cori alpini d’Italia e si creano così amicizie sempre più a largo raggio.
    Al maresciallo Tarli, che lasciò il coro per motivi di lavoro, subentrò il maresciallo Giorgi; è lui l’attuale, prezioso direttore artistico.
    Purtroppo, le file dei coristi con il tempo si sono un po’ assottigliate: oggi sono venticinque gli elementi che ne fanno parte. Il ricambio generazionale è difficile ma La piccozza avis , che quest’anno festeggerà alla grande il suo 15º anno di vita, tiene duro. I coristi non sperano: sono certissimi che la loro valentia e soprattutto il loro impegno consentiranno a La piccozza avis di far echeggiare ancora a lungo il suo spirito canoro tra le vette di entusiastici consensi.

     

    Marcella Rossi Spadea