Adunata di Latina… quante emozioni!

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    L’adunata di Latina è stata come sempre molto intensa, ben organizzata, ben riuscita e, come sempre, gli alpini si sono fatti voler bene. Sul treno leggo L’Alpino e, poco più avanti, un gruppo di persone inizia a parlare di noi. Smetto di leggere. Si stanno chiedendo come mai alla stazione di Milano c’erano parecchi cappelli alpini. Una signora dice: C’è il loro raduno ma non so dove . Un’altra aggiunge: Ma è a Latina . Poi aggiungono: Per loro è una grande festa, guai a mancare. È un corpo molto unito, si danno sempre da fare. Sempre pronti, aiutano chi ha bisogno. Sono organizzatissimi e attivi . Volevo alzarmi e andare a stringere la mano a quelle persone.

    Ambrogio Beretta Gruppo di Veduggio (sez. Monza)

    Con grande piacere ho assistito sabato pomeriggio al carosello delle fanfare alpine che si è svolto presso lo stadio di Latina. È stato bellissimo e coronato da migliaia di persone. Il momento più bello è stato alla fine quando le cinque fanfare si sono unite per suonare l’Inno di Mameli e tutti noi ci siamo alzati per cantare e formare un grande coro. Un momento emozionante che non potrò mai più scordare.

    Ferdinando Torterolo

    Approfitto per sfogare la mia incontenibile emozione e ringraziarvi tutti per la vostra straordinaria presenza. Sono state giornate che Latina considera indimenticabili. C’era molto scetticismo sulla nostra capacità organizzativa e di ospitalità: siamo una città ancora troppo giovane, molto inesperta e alquanto fredda. Ma davanti a voi nessuno ha avuto remore: tutti si sono lasciati andare alla più spontanea gioia nell’accogliervi. Forse qualcosa non ha funzionato dal punto di vista pratico, ma abbiamo cercato di sopperire con quei valori che ci avete aiutato a tirare fuori, che forse tanti di noi non sapevano neanche di avere. Questa città è cambiata per sempre.

    Augusto Diamanti Latina

    Domenica 10 maggio, su un canale privato, ho visto in lontananza il cartello Pavia . Le lacrime hanno cominciato a rigarmi il volto quando la telecamera si è distolta dalla sfilata per riprendere una lunga intervista a un assessore del Veneto. Ha iniziato a parlare, parlare, parlare mentre la sezione di Pavia sfilava laggiù da qualche parte. Ho preso carta e penna e ho deciso di farle una proposta: per l’avvenire, lasciamo i vari ministri assessori e politici di ogni rango a casa. Agli alpini non occorre pubblicità, né sono in cerca di poltrone , perché a loro basta un piccolo sasso per riposarsi.

    Piera Venuti Casarini Montalto Pavese (PV)

    Ieri ho sfilato per la prima volta a distanza di 40 anni dal giorno in cui, giovane recluta, ebbi l’onore di indossare il cappello alpino. Esiste davvero un DNA ALPINO ed è costituito dai valori trasmessi dai propri genitori e dalla propria sensibilità nei confronti del prossimo, cioè quella millenaria civiltà cristiana di cui parla la Preghiera dell’Alpino. L’alpino è una persona come tutte le altre, con pregi e difetti, ma si è sempre distinto e si distingue perché sa sempre mettere la persona al primo posto.

    Mauro Mocellin Gruppo di Arenzano

    Bene, oggi 11 maggio posso dire che Latina è riuscita a gestire la massiccia presenza di alpini, ma quello che voglio sottolineare è lo stupore che ho avuto stamane, quando, nel percorrere aree e spazi che erano occupati da camper, tende etc ho notato che avete lasciato la città più pulita di come sicuramente l’avete trovata. Siamo stati due giorni nel caos. Il traffico era in tilt, ma ci avete reso viva la città. Normalmente non è così vivace di notte, data la sua vicinanza con realtà come Anzio, Nettuno, Roma Grazie alpini, e parlando di me tutto sommato oggi mi sento un po’ sola. Grazie per la vostra grande lezione di civiltà.

    Natalia Guidi

    Grazie Latina: bellissimo. Però: 1) treni insufficienti; 2) Canale 907, per chi è stato a casa, splendido, ma interruzione alle 18.00; 3) bagni pubblici all’ammassamento insufficienti; 4) lo spazio all’ammassamento dev’essere aumentato; 5) tribune per il pubblico poco capienti.

    Pier Alberto Possati Verona

    Il vostro maestoso arrivo ci ha entusiasmato enormemente ed ora senza ombra di dubbio ci sentiamo un po’ tristi. Non credevo si potesse essere così innamorati per un cittadino che è sempre vissuto quasi in riva al mare ed ora affascinato da questa gente venuta anche da molto lontano. Grazie per l’educazione dimostrata, mi auguro che torniate presto.

    Mario Fino

    Guido Vattolo, che alcuni anni fa ha perso una gamba in un incidente stradale è partito ieri (6 maggio) per Latina con la bicicletta! Un chiaro esempio di cosa vuol dire essere alpini.

    Nelvis Vattolo Buja (Udine)

    Le lettere arrivate in redazione sono tante e ci danno un’idea di come Latina abbia risposto alla chiamata degli alpini. I commenti sono superflui, ma una considerazione mi sia consentita. Valuto, ormai da cinquant’anni, il successo di un’adunata dalla capacità di coinvolgere la gente, di portarla in piazza, di farla cantare, di creare un clima di comunità dove il cappello alpino diventa un elemento di aggregazione e di festa. Il giorno della sfilata è un segno forte per chi lo vuole leggere: l’Italia non è il paese delle veline, dei teatranti, degli esibizionisti. C’è serietà, disciplina, amore per le tradizioni e ancora tanta voglia di stare assieme con le persone semplici, autentiche, capaci di dare senza chiedere.

    Pubblicato sul numero di giugno 2009 de L’Alpino.