A Isola del Gran Sasso, nel ricordo di Selenyj Jar

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    Da sedici anni gli alpini del battaglione L’Aquila si ritrovano a Isola del Gran Sasso per stare insieme e onorare i loro compagni che non sono tornati dalla Grecia e dalla Russia. A questi incontri, man mano che passava il tempo, è andato progressivamente diminuendo il numero dei reduci del battaglione e aumentato quello degli altri alpini accorsi all’appuntamento sul filo della memoria.

     

    Uno di questi era il sottotenente Peppino Prisco, che fu uno degli animatori del raduno ed alla cui memoria il Consiglio comunale di Isola del Gran Sasso ha concesso la cittadinanza onoraria alla memoria. Sul palco d’onore hanno preso posto i reduci. C’erano Luigi Rolandi, di Savona, ultimo degli unici tre ufficiali del battaglione ritornati dalla Russia, e poi Valentino Di Franco che a Selenyj Jar uno dei luoghi del calvario del battaglione L’Aquila ebbe le gambe congelate, e Ivo Emet, autore di un libro di memorie, e Biagio Rossi, medaglia d’Oro al Valore Militare e due protesi al posto delle gambe. Per ogni reduce una storia, per tutti la stessa tragedia.

    L’ANA era rappresentata dal vice presidente nazionale vicario Ivano Gentili e dai consiglieri nazionali Luigi Bertino, Ornello Capannolo e Franco Munarini. Decine i vessilli delle sezioni di tutta Italia, una selva di gagliardetti. Presenti anche è una consuetudine che dura nel tempo numerosi addetti militari delle Ambasciate a Roma: di Germania, Serbia, Romania, Stati Uniti e Ucraina. Sabato 9 febbraio in Municipio c’è stata una cerimonia nella quale il sindaco Fiore Di Giacinto ha ricordato presente il figlio Luigi Peppino Prisco, che pur non essendo abruzzese era stato adottato’ dai reduci abruzzesi.

    Reduci ai quali ha reso omaggio il nostro vice presidente vicario Ivano Gentili in apertura del suo intervento. Giusto mantenere la memoria di coloro che sono andati avanti ha detto ma ricordiamoci sempre di quanti sono fortunatamente ancora fra noi, che sono la nostra storia vivente, che hanno sofferto e che dobbiamo onorare anche da vivi ! Concetti ripresi dal vicario Gentili anche il giorno successivo, durante i lavori del convegno sul tema Alpini ieri, oggi e domani . Gli alpini di ieri sono i nostri reduci che abbiamo qui oggi, fra noi; gli alpini di oggi siamo noi e quelli di domani ha detto rivolgendosi agli alpini del 9º reggimento presenti al convegno con il comandante col. Andrea Mulciri li vediamo in questa stessa sala.

    Sono quelli che vedete in televisione o nelle foto sui giornali durante le missioni di pace, esposti a pericoli e insidie, pronti a dare solidarietà: degni di portare la divisa e il cappello alpino come lo sono stati i nostri reduci , ha concluso con questa visione globale dell’essere alpino, nel segno della continuità. Domenica, per quasi due ore, diecimila alpini hanno sfilato lungo il rettifilo che percorre la città imbandierata, sullo sfondo del maestoso Gran Sasso coperto di neve. Alpino d’eccezione, Franco Marini, presidente del Senato, seconda carica della Repubblica solito a dire che sono prima alpino e poi presidente del Senato . E lo ha dimostrato ancora una volta.

    Per nessuna ragione al mondo avrei rinunciato ad essere qui ha detto parlando con i giornalisti Questo è un raduno importante che commemora un fatto importante ha continuato riferendosi alla battaglia di Selenyj Jar Spero che anche le scuole tengano vive certe memorie . E ha continuato: Quando partecipo a questi raduni ho un rimpianto: non aver potuto fare nulla per impedire che sparisse la leva alpina.

    La ristrutturazione dell’Esercito su base professionale è stata inevitabile, un prezzo da pagare alla modernità. Spero però ha concluso che i valori alpini, questo particolare spirito di Corpo, resistano nel tempo .