Latina: i motivi di una scelta

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    Vorrei rispondere all’alpino Giancarlo Moglia di Borghetto (PC) in merito alla sua delusione per la scelta di Latina per l’adunata 2009. Sono un alpino iscritto al gruppo di Borgotaro (sezione di Parma) e anche noi stiamo aspettando una grande adunata a Piacenza. Con pazienza ci sarà. Voglio solo precisare alcune cose su quella scelta. Sono nato da padre parmigiano e madre ciociara e da sempre si è parlato di come vennero bonificate le famose paludi pontine. Con un po’ di retorica voglio ricordare il sacrificio degli ex combattenti della Grande Guerra, parlo in special modo dei contadini veneti, friulani, lombardi, abruzzesi e anche laziali, che si videro premiati … con un solo biglietto di andata, spediti con le loro famiglie a morire di stenti e di malaria. Si parla di decine di migliaia di morti. Dopo la guerra, con le sue tragedie, morire in una palude… Un doveroso omaggio a questa città e ai suoi figli.

    Domenico Gabella Borgotaro (PR)

    La tua lettera mi ha creato più di qualche perplessità perché devo ammettere che della bonifica dell’Agro Pontino conosco poco e quindi riporto la tua testimonianza come me la passi. Ho sempre pensato che quella terra appena strappata alle acque non fosse un Eden e che le fattorie costruite in fretta non somigliassero alle ville della Costa Azzurra, ma erano pur sempre un pezzo di terra e un tetto per famiglie che di stenti se n’intendevano. Per venire alle motivazioni del CDN credo di poter convenire con te che Latina non è stata scelta per indulgenza a nostalgie fantasiose. Gli alpini di quella terra, costata sicuramente sudore, sacrifici e lutti, hanno avuto l’adunata perché costituiscono una testimonianza significativa, nell’Italia centro meridionale, della presenza del nostro spirito alpino, che non ha fortunatamente confini geografici.