A Borgotaro una grande operazione di recupero e di protezione del territorio

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    Oltre mille volontari del 2º Raggruppamento impegnati nell’area di 14 Comuni.

    DI CESARE DI DATO

    Parlare di esercitazioni di P.C. dell’ANA può sembrare ripetitivo; anzi lo è. I temi sono forzatamente gli stessi, gli attori anche. Cambiano solo le zone perché le esercitazioni non devono essere sterili prove ma un aiuto concreto ai Comuni prescelti per interventi che, altrimenti, dovrebbero aspettare le calende greche della burocrazia. Con reciproca soddisfazione sia dei sindaci che vedono realizzati progetti che erano rimasti allo stato brado sia dei responsabili della P.C. ANA che da queste attività traggono nuovi insegnamenti. E i risultati si vedono; due nomi per tutti: l’Umbria Ripabottoni. Insomma anche qui vale il detto: L’alpino non sta bene se non fa del bene .

    Per il 2º raggruppamento ANA, Lombardia ed Emilia Romagna sotto la direzione del coordinatore di raggruppamento Giotto Scaramuzzi e la sovrintendenza del responsabile nazionale della Protezione civile ANA, gen. Maurizio Gorza l’appuntamento era a Borgo Val di Taro a inizio settembre.
    Borgo Val di Taro (Parma), bella cittadina distesa sui dolci colli dell’Appennino parmense, era ed è mercato tradizionale della Val Taro (famosi i suoi funghi freschi o essiccati) con un assetto anche industriale di epoca recente, tant’è vero che personale e mezzi della P.C. ANA si sono avvalsi di una vasta area messa a disposizione, con bella generosità, dalla ditta Rapetti, specializzata nella lavorazione della plastica. Un grande aiuto disinteressato che ha consentito lo schieramento senza problemi della parte logistica e di quella operativa, molto ampie e variegate.

    Tornando al borgo, il suo centro storico è formato da un compatto nucleo caratterizzato da bei palazzi sei settecenteschi che conferiscono alle vie, tra loro intersecantesi a reticolo, una singolare fisionomia. Non mancano ampi vialoni e il bel parco dove sorge il monumento ai Caduti. Quello stesso parco che ospita anche una sorta di edicola di vecchia data, che ricorda il passaggio di Elisabetta Farnese nel 1714 sulla via di andar sposa a Filippo V e di diventare regina di Spagna poco prima che la sua casata, regnante sul Ducato di Parma e Piacenza, si estinguesse nel 1731.

    Due gli interventi realizzati dai nostri volontari, presenti anche alpini toscani e liguri: quello del sabato teso a ripristinare, pulire, sistemare, riorganizzare punti sensibili del territorio di numerosi comuni sparsi nelle tre valli che scendono a raggiera verso la bassa parmense: la Val Taro, centrale, la Val Parma a est e la Val Ceno a ovest, tutte terre di alpini, e quello di domenica mattina con l’impiego delle squadre antincendio in un’esercitazione, ovviamente simulata, di spegnimento di focolai. Non mi dilungo nel descrivere le fasi delle operazione né la resa dei volontari; l’ho scritto in apertura di articolo: sarei ripetitivo e cadrei nella retorica. A mio parere basta dire che ormai da tempo è stato raggiunto l’automatismo e che l’entusiasmo dei partecipanti non mostra momenti di flesso. Certo, una lamentela c’è stata: una sezione lombarda si è fortemente lagnata perché, avendo finito la sua norma di lavoro in sole due ore, adesso si trovava a non sapere cosa altro fare; e il sabato era ancora lungo.

    È intervenuta l’AEM di Milano con la sua parte di colonna mobile regionale a supporto dei nostri nuclei operativi e i mezzi della Pubblica assistenza di alcune cittadine del circondario a sostegno della parte sanitaria. Due ottime unioni che rinsaldano i vincoli tra ANA ed Enti Civili a premessa di una fattiva e lunga collaborazione.
    Hanno presenziato l’ing. Luigi Bossi, presidente del gruppo volontari dell’AEM, l’assessore Bruschini e il consigliere Del Chiappo entrambi della Regione Emilia Romagna e l’architetto De Vita funzionario di P.C. della Regione Lombardia.

    Chiediamo al generale Maurizio Gorza, coordinatore della P.C. ANA:
    Come hai visto l’esercitazione?
    Ho notato passi da gigante nel campo organizzativo e delle sinergie; il 2º raggruppamento ha colmato le lacune nella fase collaborazione. Purtroppo la forte compartimentazione delle tre vallate ha fatto sì che si dedicasse troppo tempo ai trasferimenti dal centro ai cantieri più periferici, distanti anche 40 Km di strade tormentate, tipiche del terreno appenninico. Una lezione per il futuro .

    Quale la resa del personale?
    C’è stato un netto miglioramento nella comandabilità e nella prontezza operativa .

    E i mezzi?
    Il parco mezzi va aggiornato e migliorato: le amministrazioni di Regione e di Provincia si sono rese conto della necessità di dare in comodato d’uso permanente i loro mezzi per rendere ancor più operativi i nostri nuclei anche in aree fuori viabilità. Naturalmente i tanti mezzi che le sezioni hanno così faticosamente raggranellato nei decenni rimangono in prima linea fino ad esaurimento .

    Insomma, l’epoca del volontariato selvaggio è sparita per sempre!
    Certo. Appartiene all’era giurassica .

    L’esercitazione in numeri

    I grandi numeri dell’esercitazione svolta sull’Appennino parmense danno un’idea dell’impegno assunto dai volontari del 2º Raggruppamento della nostra protezione civile. Hanno partecipato 1.050 alpini, distribuiti in 41 cantieri di lavoro ed al campo base dislocato a Borgotaro. Accanto al campo base erano schierati una parte dell’ospedale da campo ANA, con veicoli di pronto intervento e personale medico e paramedico diretto dal vice direttore dell’ospedale dott. Ugolini, nonché un supporto sanitario dell’assistenza pubblica della zona.

    Il territorio interessato dall’esercitazione operazione ha riguardato ben 14 Comuni, e cioè: Borgo val di Taro, Bedonia, Albareto, Solignano, Calestano, Langhirano, Palanzano, Varano, Bardi, Valmozzola, Corniglio, Neviano Arduini, Monchio e Tizzano. Le sezioni partecipanti: Parma, Luino, Sondrio, Valcamonica, Bergamo, Milano, Tirano Varese, Bologna, Modena, Brescia, Monza, La Spezia, Colico, Pavia, Como, Piacenza, Cremona, Reggio Emilia, Lecco e Salò. Le cucine sono state fornite dalle sezioni di Parma, Lecco, Pavia, Milano, Salò, Bergamo e Brescia.

    Tipologia degli interventi: costruzione di sentieri e recupero dei sentieri esistenti, taglio degli alberi pericolanti e recupero del legname, pulizia e recinzione della pista acquedottistica, rifacimento del tetto di un vecchio lavatoio, simulazione di una operazione antincendio.