A Bassano, per salutare un amico

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    I primi orologi meccanici da torre nacquero nel 14º secolo e dovevano effettuare complicatissime misurazioni. Anche allora la giornata era divisa in 24 ore, ma 12 andavano dall’alba al tramonto e 12 dal tramonto all’alba, per cui diventavano a fisarmonica allungandosi e raccorciandosi a seconda delle stagioni: da 76 a 43 minuti.

    Siccome, poi, questi orologi erano nati per indicare anche le sei ore canoniche (cioè la scansione della lettura del Breviario), l’orologio faceva battere la campana soltanto sei volte al giorno. In compenso doveva segnare le vigilie notturne, cioè i quattro turni di guardia (non era la nostra naia, ma quasi). Ma che c’entra tutto questo con noi alpini?C’entra, c’entra! A Bassano i tempi della nostra Adunata saranno scanditi da uno di questi orologi e ringraziamo il marosticano Gigi Menegotto per le tante notizie che su di esso ha raccolto.

    Fu costruito da Bartolomeo Ferracina, un mago degli orologi da torre. Eccolo là: quadrante con 24 numeri, in due serie da I a XII, una sola lancetta e gli immancabili segni dello zodiaco. Con Ferracina non è finita: mago degli orologi, fu bravissimo anche nella ricostruzione del Ponte (ora degli Alpini). Nel 1742 una piena lo distrusse (era l’ottava volta che succedeva: il Brenta ha il suo caratterino) ed egli lo rimise a nuovo.

    Per quest’opera Ferracina merita l’onore di essere considerato amico degli alpini . Quindi, se passate per via Ferracina, che scende al Ponte, non mancate di salutare il suo busto in marmo. Gran bella compagnia, la storia. Troviamoci ad incontrarla sotto l’Orologio del Municipio, a Bassano.

    Nilo Pes