La leva del futuro
Romano Prodi, ai tempi del suo ultimo Governo, lanciò l’idea di rendere obbligatorio un servizio di sei mesi alla nazione. Civile o militare, a scelta dei giovani. La proposta, molto interessante, non ebbe seguito. Ora la ripropone Matteo Salvini (dopo che Renzi aveva auspicato un servizio civile obbligatorio) e io la condivido appieno, pur non essendo leghista. Il ripristino del servizio obbligatorio (civile o militare) non è un’idea di destra né di sinistra.
“A” come abusivi
Vi scrivo per avere delucidazioni in merito a qualcosa che non capisco o che semplicemente non so: all’Adunata di Treviso sono rimasto basito nel vedere l’enorme quantità di ‘figuranti’, messi lì a fare numero. Non mi riferisco però alle persone in uniformi storiche, bensì a tutti quegli imboscati, che di caserma non hanno visto nemmeno la porta carraia, messi nello schieramento con la maglietta della Sezione e un cappello alpino in testa (tra l’altro posso fare nome e cognome perché sono tutti vicini di casa mia).
Un sentire condiviso
Ho letto l’editoriale di maggio sul Piave. È magnifico. Io non ho fatto il servizio militare e tanto meno l’alpino e se c’è una cosa per la quale provo invidia nei confronti dei miei amici alpini è proprio questa.
VICENZA – In Veneto a scuola di storia
Alpini in cattedra a Venezia, grazie al progetto “Ricordami... nelle trincee verso Trento e Trieste nasce l’Italia”, come maestri e testimoni della storia e dei valori sui quali si fonda il Paese. È questo il senso dell’iniziativa voluta e organizzata dall’Associazione Nazionale Alpini e dalla Regione Veneto, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e la Direzione scuola, che coinvolge le scuole dell’obbligo e secondarie delle sette province venete negli anni scolastici 2016/2017 e 2017/2018, in contemporanea alla conclusione del centenario della Grande Guerra.
GENOVA – Giovanni Belgrano, alpino d’oro
Nel corso dell’annuale raduno del Gruppo di Masone è stata consegnata la medaglia “Alpino d’oro” all’alpino Giovanni Belgrano che per ben 18 anni è stato Presidente della Sezione di Genova.
Una nota stonata
«Da quando sono parroco nel Duomo di Treviso, al sabato sera, non ho mai visto una chiesa così affollata». Con queste parole ha esordito don Giorgio, parroco del Duomo di Treviso, alla celebrazione della Santa Messa delle ore 18. La chiesa era piena come un uovo, come si vede in rare occasioni. Piena di alpini e famigliari di alpini.
Diciamo la verità
Ho letto ora la tua risposta a Sartor sul numero di aprile. Hai detto una cosa chiara e storicamente inequivocabile sul tradimento sì, tradimento no: a tradire fu l’Austria, sia per l’entrata in guerra non concordata contro la Serbia, ma anche per le acquisizioni territoriali avute che dovevano avere una compensazione concordata per l’Italia.
MILANO – “Non si lascia nessuno indietro”
Lo spettacolo teatrale “Non si lascia nessuno indietro” racconta il passato, il presente e il futuro degli alpini. Accade a Vigevano, dove un regista di talento come Mimmo Sorrentino vuole raccontare gli alpini di oggi, incuriosito dalle motivazioni della nostra Associazione. Dal confronto con i soci capisce che senza raccontare la storia degli alpini non si può comprenderli.
Una stella alpina
È il 18 giugno scorso. Con una mail essenziale, com’è nel suo stile, il direttore generale ci comunica che il giorno precedente il Papa ha dichiarato ufficialmente che il martirio di Teresio Olivelli, nel campo di concentramento di Hersbruck il 17 gennaio del 1945, è avvenuto in odio alla fede. Tradotto vuol dire che tra poco, non appena sarà concordata la data tra il Vaticano e la Diocesi di Vigevano, l’alpino Teresio Olivelli sarà proclamato ufficialmente Beato. Davanti a una notizia di questa portata, da giornalista mi chiedo quali possano essere le reazioni di un alpino.
PINEROLO – Süta ’l Susa duemila penne nere
Nel mese di aprile, gli alpini di Pinerolo hanno ospitato la seduta del Consiglio Direttivo Nazionale e, in concomitanza, il secondo raduno del battaglione alpini Susa. I componenti del Consiglio hanno trascorso la serata di venerdì al Gruppo di Cavour che li ha deliziati con il piatto tipico locale, la bagna cauda.
Adunata: vitale fierezza
Sono una ragazza diciottenne, figlia di un alpino e fieramente italiana. Ho partecipato come pubblico alla novantesima Adunata degli alpini e vorrei orgogliosamente testimoniare l’atmosfera di vitale fierezza che gli alpini hanno portato in città.
Un ammassamento faticoso
Certamente l’Adunata ha visto ancora una volta una grande partecipazione, ma purtroppo devo segnalare che il disservizio inerente l’ammassamento persiste e non si vuole migliorare, nonostante le continue segnalazioni dai singoli partecipanti e dai Gruppi. Non si vuol capire che chi sfila ha raggiunto un’età considerevole - io stesso sono del 1939 - e si è afflitti da acciacchi più o meno gravi.