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giovedì, 2 Maggio 2024

Sulle mie montagne

Ora che si fa tardo il chiarore dell’autunno
e mute le montagne nel sole morente
si ergono bianche di sassi e di neve...
se vorrete incontrarmi cercatemi nel fruscio della sera
quando lucido il silenzio degli occhi diviene preghiera
come il canto che risuona intorno a voi...

Onori per ogni soldato

L’Associazione “Military Historical Center” di Udine, presieduta dal ten. Roberto Machella, in collaborazione con le Associazioni d’Arma della Regione Friuli Venezia Giulia e del Gruppo di coordinamento “Albo d’Oro”, che ha sede presso la Sezione Ana di Udine, ha omaggiato i 529.025 soldati Caduti, dando prova di riconoscenza per il tributo di sangue dato da tutte le famiglie italiane per la Patria. 

CUNEO – Per chi non fece ritorno

In circa tre anni di lavoro grazie all’aiuto di altri due alpini, lo scultore Barba Brisiu e l’amico Sergio Falco, ho realizzato tre sculture ricavate da tronchi di castagno e ispirate alle vicissitudini e ai ricordi che la mia famiglia mi ha trasmesso. In questo modo ho voluto onorare il cappello alpino e raccontare il dolore delle famiglie e degli uomini in guerra ricordando l’aiuto del popolo russo nei confronti degli alpini. 

Nessuna distinzione di grado

Nel numero di agosto-settembre, sotto il titolo “scuole alpine”, ha esortato gli alpini a sfilare tutti assieme senza distinzione di grado, evitando campanilismi inutili e fuori luogo. Anch’io sono uscito dalla Scuola Militare Alpina di Aosta e condivido in pieno il suo pensiero perché quello che oggi ci accomuna è lo spirito alpino e quello che ci distingue è il nostro simbolo: il cappello alpino.

BOLZANO – Non vi dimenticheremo

Quarantacinque anni fa, durante un campo invernale in località Villalta (Curon Venosta), morirono sette giovani alpini travolti da una valanga. Erano del 5º reggimento, di stanza alla caserma Wackernell di Malles, sede del glorioso battaglione Tirano. Era ancora buio quando il mattino del 12 febbraio 1972, la compagnia del 5º Alpini lasciava la malga Villalta, dove aveva trascorso la notte, per salire la stretta Val Zerzer che si unisce alla Val Slingia in alta Val Venosta. 

L’ironia come arma

Sono rimasto sorpreso dal tono della risposta alla lettera di Alberto Baldani, “Il finto alpino” (numero di agosto-settembre 2017). Da te mi sarei aspettato ben altro, non il commento ironico che ho letto. Ci rendiamo conto? Uno, presunto amico degli alpini, pensa di avere il diritto di indossare il cappello alpino perché alle adunate o alle feste ci sono ambulanti che li vendono. 

BASSANO DEL GRAPPA – L’aiuto alpino in Brasile

Nel 2002 in una zona povera del nord est del Brasile, l’allora Presidente della Sezione Bassano del Grappa Bortolo Busnardo e gli alpini della Sezione hanno costruito una scuola materna ed elementare che oggi ospita 250 bambini dai 3 ai 12 anni. La scuola è stata intestata a “Mauro Bonotto”, un ragazzo morto in un incidente in montagna e finanziata dalla famiglia di Mauro.

Verona pigliatutto!

Il 2º Campionato nazionale delle Unità cinofile di Soccorso dell’Associazione Nazionale Alpini, svoltosi sui Monti Lessini, va in archivio con un risultato agonistico estremamente chiaro: il nucleo di Verona la fa da padrone, andando a dominare entrambe le classifiche, quella della classe “Operativi” e quella delle “Giovani Promesse”, aggiudicandosi il trofeo “Vittorio Martinelli”. 

BRESCIA – Voci per aiutare

Durante una riunione del direttivo del coro Ana Alte Cime, uno dei presenti, Luigi Quaresmini, si è chiesto: «Ma noi non facciamo nulla per i nostri amici colpiti dal terremoto? ». Con l’assenso della presidenza sezionale, tramite la quale sono stati girati alla Sede Nazionale i proventi raccolti, ci si è messi subito al lavoro. Sono stati coinvolti altri tre cori: Coro della Montagna di Inzino, coro La Soldanella di Villa Carcina e coro Rocce Roche di Brescia. 

NOVARA – In viaggio verso Mauthausen

Il gagliardetto del Gruppo di Oleggio è arrivato al campo di concentramento di Mauthausen, portato in bicicletta dall’alpino Gianpaolo Sonzini (nella foto). Un viaggio nella memoria, ma non solo. Partito da Oleggio, pedalando per chilometri in una cornice dove la natura l’ha fatta da padrone, Gianpaolo, in sella alla sua bicicletta, è passato dalla Svizzera, dalla Germania e dall’Austria per arrivare nella città bagnata dal fiume Inn che durante la Seconda Guerra Mondiale vide compiersi disumane tragedie. 

ABRUZZI – Un sogno realizzato

In occasione del raduno del 4º Raggruppamento, il Gruppo di Celano ha accolto con piacere, nella propria sede, il Presidente nazionale Sebastiano Favero, alcuni Consiglieri nazionali e il Presidente della Sezione Abruzzi Pietro D’Alfonso. È in queste occasioni che si comprende cosa significhi essere alpini dalla testa ai piedi: massimo rispetto per le cariche e desiderio di stare insieme con semplicità. 

Dalla storia al mito

È un’immagine luminosa, di spiritualità senza limiti, di spazio e libertà quella che avevano i soldati chiamati a combattere in alta quota durante la Grande Guerra. Un’illusione che si frantuma con il trascorrere dei giorni, spazzata via dalle battaglie, dalla logorante vita di trincea. Ora la montagna è diventata nemica, madre matrigna. La battaglia dell’Ortigara è stato anche questo. A raccontarlo nell’aula intitolata a Ippolito Nievo, all’Università degli Studi di Padova, Mario Isnenghi, Paolo Pozzato e Diego Leoni abilmente intervistati e incalzati da Massimo Bernardini. «Appare una nuova figura di uomo-soldato – sottolinea Diego Leoni– ‘Quello che scende giù’. Terreo, animalesco, provato, irriconoscibile quasi». 

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