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giovedì, 16 Maggio 2024

Obiettivo sulla montagna: la foto dell’anno è di Enzo Isaia

Enzo Isaia è il vincitore della rubrica “Obiettivo sulla montagna” del 2011. La sua bella fotografia, pubblicata su L’Alpino di aprile, è stata giudicata la migliore dopo una combattuta votazione di redazione. Bravo Enzo e complimenti da tutti noi.

CADORE – Gruppo di Calalzo, classe 1921

Non succede spesso che un Gruppo alpini sia nato prima della Sezione di appartenenza. È quanto è accaduto al gruppo di Calalzo, fondato nel 1921, un anno prima della formale costituzione della sezione cadorina. Il 90° è stato celebrato a Calalzo, che ha ospitato anche il 23° raduno sezionale, con la partecipazione di molti alpini, autorità militari e civili e rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d'arma. Il sabato incontro ufficiale nella sede del Comune dove Bergamo, già presidente della Sezione negli anni ’70, ha illustrato le ragioni della intitolazione del Gruppo ai "Fratelli Fanton", figure storiche per il paese di Calalzo, mentre il gen. Perelli ha rievocato pagine inedite della storia alpina con un intervento dal titolo "Sui sentieri della memoria".

Gli alpini nella storia d’Italia (11ª puntata)

Dall’armistizio alla ricostruzione

LA LOTTA DI LIBERAZIONE

Dopo l’8 settembre 1943 (quando le truppe italiane, sparse su tutti i fronti della guerra, furono lasciate senza ordini e senza indicazioni, esposte alla rappresaglia tedesca) e sino alla conclusione del conflitto, la storia degli alpini si fraziona in tante storie individuali, come quella di tutti gli altri Corpi dell’esercito: venti mesi di tribolazioni, di lotta, di resistenza, molti con i gruppi partigiani al nord, alcuni con i reparti alleati che risalivano la penisola, altri nei campi di prigionia russi o dietro il filo di ferro dei lager di internamento in Germania: venti mesi carichi di sofferenze e di speranze, che riscattavano gli anni bui della dittatura e preparavano l’Italia repubblicana. Di queste esperienze sono state lasciate numerose testimonianze, ma è impossibile distinguere, nei movimenti convulsi di quel periodo, ciò che è patrimonio degli alpini in quanto Corpo dell’esercito, da ciò che è patrimonio collettivo della nazione.

Lotterie sul cancro?

Nel periodo di Natale come ogni anno organizzate la lotteria a favore di associazioni che fanno ricerca sul cancro. Vorrei esprimere il mio parere in quanto noto che si fa raccolta fondi per associazioni che utilizzano la pratica ignobile, superata, crudele e inutile che è la vivisezione. 

NOSTRI MUSEI: Canove, memoria di due guerre

Il museo di Canove, curato dal locale gruppo alpini, è un importante percorso snodato in quattordici sale per una superficie di circa seicento metri quadrati di esposizione dedicata alla Grande Guerra, più una sezione riservata alla seconda guerra mondiale. È allestito in via Roma 68, nell’edificio che originariamente era la stazione ferroviaria di Canove: lo si incontra percorrendo la provinciale, a circa tre chilometri da Asiago. Il museo dispone di numerose raccolte tematiche, organizzate in modo da fornire una chiave di lettura dell’evento bellico e di reperti che costituiscono il tema di fondo museale.

Quegli alpini con il manganello

Che tristezza! L’altro giorno ho dovuto recarmi in città e sul piazzale della stazione ferroviaria ho incrociato una “ronda” formata da un carabiniere e da due ragazzi in divisa d’alpino che portavano un vistoso sfollagente nero al fianco.

Ritorno sul Don 1941-1943

Protagonisti i reduci trentini dalla Campagna di Russia sul Don e gli alpini in particolare, nella cerimonia di inaugurazione della mostra “Ritorno sul Don 1941-1943” a Trento, nelle Gallerie di Piedicastello, lo scorso 4 dicembre. L’iniziativa è della Fondazione Museo Storico del Trentino in collaborazione con il “Museo centrale della grande guerra patria” di Mosca e l’Università statale agraria di Voronezh (Vgau). È la mostra sulla guerra degli italiani in Unione Sovietica, che va letta non solo come la tragica ritirata alpina nel gennaio 1943, ma come la storia di quella sventurata spedizione nel contesto della “guerra di sterminio” condotta dalle truppe tedesche in URSS.

Il cappello negato

L’Alpino di agosto/settembre (pagg. 4-5) riporta più volte l’importanza del cappello alpino consegnatoci durante il servizio militare. Mi commuovo nel leggere: “Lacrime sul cappello rubato” di Baggio, da Treviso, così come è chiara, e un po’ severa la risposta data a Pezzolato, di Avigliana, che rivendica il diritto di portare il cappello alpino, negato, nonostante la sua passione. 

ASTI – Mombercelli, un Tricolore lungo 80 anni

Mombercelli è stata avvolta nel tricolore per l’80° anniversario di fondazione del locale Gruppo e di quello di Belveglio. Nonostante l’inclemenza del tempo, sono giunti numerosi Gruppi da tutta la provincia di Asti, Alessandria e Savona, ognuno con il proprio gagliardetto, accolti da striscioni di benvenuto. Il ritrovo è stato alla Cantina Terre Astesane, poi le autorità militari, civili e religiose, la banda di Mombercelli, gli alpini ed i simpatizzanti si sono trasferiti nella chiesa di San Biagio, dove la cerimonia è entrata nel vivo con gli interventi del capogruppo di Mombercelli Giuseppe Aresca, del sindaco Chiara Castino, e del consigliere nazionale Stefano Duretto. Erano presenti, tra gli altri, per la sezione di Asti Mario Aresca, Giorgio Carrer, Elio Poncibò.

FESTUNG TRIENT

Il contesto storico e l’analisi del clima culturale che vide Trento al centro di un progetto di fortificazioni degli ufficiali austro-ungarici dell’Arma del Genio, e i motivi che li convinsero a realizzarlo.

Banco alimentare: un piccolo, grande record

La generosità è più forte della crisi: nonostante la drammatica congiuntura economica che il nostro Paese sta attraversando, la raccolta del Banco Alimentare svoltasi sabato 26 novembre è stata un successo che ha registrato un incremento del 2 per cento rispetto a quella dello scorso anno, un nuovo record.

L’ONORE D’ITALIA

Alfio Caruso ci consegna ancora una volta - con un volume scritto con il rigore dello storico e la ricchezza di particolari frutto di lunghe ricerche - una pagina della nostra storia: la guerra dei nostri militari in Nord Africa, che ebbe il suo epilogo, eroico e tragico, ad El Alamein. Sul monumento del Sacrario c’è una scritta “Mancò la fortuna, non il valore”. In realtà mancò tanto altro: equipaggiamenti, armamenti, rifornimenti adeguati ad una guerra nel deserto percorso a piedi perché le nostre Divisioni erano… autotrasportabili e non autotrasportate.

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