Quegli alpini con il manganello

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    Che tristezza! L’altro giorno ho dovuto recarmi in città e sul piazzale della stazione ferroviaria ho incrociato una “ronda” formata da un carabiniere e da due ragazzi in divisa d’alpino che portavano un vistoso sfollagente nero al fianco.

    Mi è parso di vedere un lieve segno di disagio sul volto di uno di loro. Non ne so il motivo, ma subito sono stato assalito da un profondo senso di tristezza e il mio pensiero è corso ai magnifici alpini del mio plotone impegnati, tra enormi sacrifici, in O.P. a protezione delle caserme, dei tralicci, delle centrali e delle condotte forzate in Alto Adige nei primissimi anni ’60. Avrebbero mai pensato che i loro “bocia” girassero un giorno con tanto di manganello al fianco? E per fare cosa?

    Giuseppe Consoli – Iseo (BS)

    Sicuramente l’alpino non si sente a suo agio sulle piazze delle città. Il suo habitat naturale è altrove. Non so se viene adeguatamente istruito all’uso del manganello. Ma un servizio per alleggerire gli impegni della forza pubblica e liberare risorse per perseguire la criminalità non lo ritengo disdicevole. Ogni epoca ha i suoi problemi e tutti dobbiamo concorrere a risolverli, esattamente com’è stato fatto 50 anni fa in Alto Adige.