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sabato, 27 Aprile 2024

IL CORAGGIO DELLA FUGA

Circa il 20 per cento dei prigionieri italiani tentò di evadere dai lager austriaci e tedeschi con mille espedienti. Il libro raccoglie tante storie di grande coraggio e iniziativa individuale, ma anche di sostegno reciproco, contro una situazione all’apparenza ineluttabile.

Chiarezza sulla nostra preghiera

Era ora che qualcuno, grazie direttore, facesse chiarezza sulla Preghiera dell’Alpino. Ne avevamo proprio bisogno. Purtroppo nelle nostre comunità troviamo abbastanza spesso dei parroci “moderni” (sic) che non vogliono sentire parlare di armi a difesa di… ed anche qualche alpino che si adegua, pochi per fortuna.

Alpino ucciso, tre feriti

Un alpino ucciso del 2° reggimento di Cuneo e tre feriti nell’attacco di “insorti” in Afghanistan. L’alpino caduto è il caporale Tiziano Chierotti di Sanremo. Aveva 24 anni. La notizia dello scontro a fuoco è giunta al momento di andare in macchina con il giornale, per cui non è stato possibile conoscere il nome dei tre feriti. Si sa soltanto che sono stati colpiti alle gambe e che le loro condizioni non sono gravi.

Le donne e la vita militare

Sono un tenente colonnello di amministrazione (riserva) che ha svolto la sua venticinquennale carriera nelle Truppe alpine. Mi permetto di manifestare il mio pensiero sulle donne nella vita militare. Un pensiero controcorrente, non allineato e, perciò, non destinato a ricevere il plauso della maggioranza. Le scrivo per manifestarle il mio sconcerto e la mia amarezza nel prendere visione dell’ultimo numero della rivista a me cara L’Alpino.

Cambi di comando alla Julia

Il mese appena trascorso ha visto alla brigata alpina Julia il cambio di molti comandanti di unità. Se si escludono le eccezioni (5 anni di comando all’8° reggimento alpini non pochi anni fa) i comandanti ormai dirigono i propri uomini per periodi che vanno da un anno a due. Il tutto è connesso con la nuova struttura del nostro Esercito, che vede impieghi all’estero e sul territorio nazionale. Di conseguenza è più frequente il turnover alla guida dei reparti.

In ricordo dei 4 alpini morti in Afghanistan

Il 9 ottobre 2010 è un giorno particolare per la storia recente delle penne nere. Quel giorno infatti caddero in Afghanistan quattro alpini - i primi caporal maggiore Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville e il caporal maggiore Marco Pedone - travolti dall’esplosione di un ordigno rudimentale che colpì il blindato su cui erano a bordo mentre scortavano un convoglio nel distretto del Gulistan, nel sud-ovest del Paese.

Una Medaglia all’8° Alpini

Una Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito è stata conferita alla Bandiera di guerra dell’8° Alpini, “per aver contrastato in Afghanistan, nell’ambito della missione ISAF, la forte resistenza armata dei talebani”. La cerimonia, presente il nostro Labaro scortato dal presidente nazionale Corrado Perona, si è svolta a Udine.

Campi di accoglienza… in Mozambico?

La prima pagina de L’Alpino di luglio 2012, ritrae l’alpino Diego Gottarelli in compagnia di due bambini di colore. Immagine bellissima cha tanto fa onore alla solidarietà di cui noi italiani siamo capaci specie in situazioni estreme quali il recente sisma in Emilia Romagna.

PARMA – Palanzano: monumento ai Caduti del Galilea

Centinaia di penne nere hanno preso parte, a Palanzano, all’inaugurazione del monumento dedicato ai Caduti della nave Galilea, silurata la notte del 28 marzo 1942 nel Mediterraneo da un sottomarino inglese mentre era in rotta per l’Italia, dalla Grecia, con a bordo 1.275 uomini, fra i quali gli alpini del battaglione Gemona.

VICENZA – Ad Arzignano batte il cuore alpino

Il 90° di fondazione del gruppo di Montebello, l’85° del gruppo “Mario Pagani” di Arzignano e il 25° della squadra della Protezione Civile Valchiampo necessitavano di un adeguato ricordo. Per questo gli alpini guidati da Paolo Marchetti e Mirko Framarin, rispettivamente capogruppo di Arzignano e capozona “Val Chiampo”, hanno dato fondo alle risorse programmando un ventaglio di eventi che, dalla cultura alpina al legame con i reparti in armi, hanno coinvolto il grande pubblico intorno al focolare della casa alpina.

Solo se liberi saremo anche profetici

Mi scrive un artigliere da montagna, di cui ometto il nome: «Penso che gli alpini del Nord che hanno combattuto e sono morti, tra i quali anche mio nonno, se è vero che esiste un al di là, non riusciranno a darsi pace nel sapere d’essere morti per questo modello di Patria che, a distanza di sessantasette anni non è ancora unita in nulla, né culturalmente, né economicamente e neanche quando c’è da fare sacrifici. E sono sicuro che se avessero potuto scegliere, visto come sono andate le cose, avrebbero combattuto per lasciarci una Padania libera e non un Nord schiavo di governi romani».

Amandola: storia e cimeli

Amandola è una ridente cittadina posta a 500 metri sul livello del mare da cui si gode uno scenario di rara bellezza: la catena dei Monti Sibillini, Castel Manardo, la Priora, la Sibilla, il Monte Vettore che, visti da qui non rispondono più alla cara, affettuosa definizione leopardiana di “Nostri Monti Azzurri” ma da qui, quasi a toccarli, ecco il prato, la macchia, il bosco, la roccia. E d’inverno, innevati, sono ancora più belli. Il temperamento, il carattere della gente sono quelli del montanaro con alcune spiccate particolarità: la manualità, la disponibilità verso gli altri, il lavoro di gruppo, la generosità.

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