Ritorno sul Don 1941-1943

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    Protagonisti i reduci trentini dalla Campagna di Russia sul Don e gli alpini in particolare, nella cerimonia di inaugurazione della mostra “Ritorno sul Don 1941-1943” a Trento, nelle Gallerie di Piedicastello, lo scorso 4 dicembre. L’iniziativa è della Fondazione Museo Storico del Trentino in collaborazione con il “Museo centrale della grande guerra patria” di Mosca e l’Università statale agraria di Voronezh (Vgau). È la mostra sulla guerra degli italiani in Unione Sovietica, che va letta non solo come la tragica ritirata alpina nel gennaio 1943, ma come la storia di quella sventurata spedizione nel contesto della “guerra di sterminio” condotta dalle truppe tedesche in URSS.

     

    I video, le fotografie, le mappe opportunamente collocate nella Galleria Nera di Piedicastello narrano di una guerra totale: dall’Operazione Barbarossa scatenata da Hitler con l’obiettivo di annientare l’URSS all’assedio di Leningrado e Mosca fino all’offensiva del giugno 1942 che porta le truppe tedesche, nel bacino del Don e poi sul Volga, all’assedio di Stalingrado. È appunto dentro questo affresco che i visitatori ritroveranno come un filo rosso, la guerra degli italiani, dalla partenza del primo contingente (10 luglio 1941) al disperato rientro dei superstiti nella primavera del 1943 dopo la disfatta dell’Ottava Armata.

    L’altra Galleria, quella Bianca si apre con una sezione dedicata alla macchina della propaganda bellica del regime fascista. Si passa poi al lascito memorialistico, fiorito copiosissimo nei decenni che seguirono la fine del conflitto. Ed è a questo punto che le sofferte memorie dei reduci testimoniano una travagliata maturazione umana e politica.

    Artefice di questa iniziativa è la Fondazione Museo Storico del Trentino con il suo direttore Giuseppe Ferrandi, con la cura scientifica di Quinto Antonelli, Lorenzo Gardumi e Giorgio Scotoni. L’inaugurazione ha visto la presenza di otto reduci (sei sono alpini) della zona del Don: Carlo Vicentini, Nelson Cenci, Guido Berti, Lino Gobbi, Guido Vettorazzo, Francesco Volpi, Aristide Rossi, Camillo Stenico. Anche Alberto Crespi doveva essere presente, ma un’indisposizione l’aveva trattenuto a casa. Sono stati “festeggiati” dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai; ma soprattutto dai vertici dell’ANA trentina e nazionale: dal presidente Maurizio Pinamonti (con numerosi dirigenti) al vice presidente nazionale Antonio Arnoldi insieme ai consiglieri nazionali Lavizzari, Bertuol e il revisore dei conti Baiesi. Con loro, numerosi presidenti di Sezioni vicine, consiglieri sezionali, capigruppo, penne nere, cittadini.

    Agli otto reduci è stata consegnata una medaglia ricordo, coniata per l’occasione da parte del presidente Dellai, che nel suo discorso ha ricordato come gli alpini siano stati i primi a costruire quel ponte di amicizia con i figli degli allora nemici, con l’obiettivo di ricercare la pace dei popoli. Il presidente Pinamonti ha presentato uno ad uno i nove reduci dicendosi orgoglioso del fatto che gli alpini sono testimoni di questo straordinario evento. Sono stati poi letti alcuni brani di lettere da quel fronte scritte da don Onorio Spada e raccolte nel libro “E qui, quando fiorirà la terra?”, curato da Paolo Zanlucchi, consigliere sezionale di Trento. Il coro sezionale ha fatto da cornice alla manifestazione.

    COME ARRIVARE ALLE GALLERIE

    Istruzioni per raggiungere le Gallerie della Mostra. Si esce dall’autostrada a Trento Sud e si percorre la tangenziale fino alla rotatoria a Piedicastello (seguendo l’indicazione Riva del Garda). Qui si prende la strada per il Doss Trent oppure Riva (è segnalata) ma si gira a destra pochi metri dopo la rotatoria. Si vedono le due gallerie e si entra nel parcheggio di fronte.