UNA CASERMA, UNA STORIA
![]() |
1952-2012, 60 anni di storia di questo mitico reparto di stanza alla caserma Monte Bianco di La Thuile. I “Lupi della Monte Bianco o di La Thuile”, ovvero l’88ª Compagnia Alpieri, ha operato nell’ambito del btg. addestrativo Aosta svolgendo attività di montagna peculiari della specialità alpina. Splendide emozioni e tanti ricordi. |
Quella luce ci guida
Uno degli appuntamenti annuali degli alpini friulani è la commemorazione dei Caduti al monumento- faro del monte Bernadia, sopra Tarcento. La sua luce, simile a quella d’una torre marina che guida all’approdo i naviganti, è visibile in tutta la pianura sottostante e richiama al sacrificio, ai valori e alla storia degli alpini e rischiara il cammino dei nostri Padri. L’idea di costruire il faro è nata dopo la costituzione - nella primavera del 1953 - della sottosezione di Tarcento comprendente pure i gruppi di Coia, Magnano, Pradielis, Sedilis, Segnacco e Val Cornappo; nel 1957, Pradielis passerà con il ricostituito Gruppo di Lusevera - Alta Val Torre. Fu quindi creato un “Comitato faro”, al quale aderirono Gruppi della zona.
In breve – ottobre 2013
Notizie in breve.
Il Bosco che ci parla
Una pioggia battente accoglie i primi arrivi per il 42° raduno al Bosco delle Penne Mozze, nella valle di San Daniele a Cison di Valmarino, sezione di Vittorio Veneto. Gli alpini, com’è tradizione e senso del dovere, accorrono in molti al Bosco, nonostante altre rilevanti cerimonie vedano contemporaneamente tanti altri alpini presenti in luoghi altrettanto carichi di storia. Sembra che il calore delle penne nere contrasti l’insistenza della pioggia e in breve tempo le nuvole si dissolvono, lasciando spazio ad un cielo azzurro come non mai.
Non dimentichiamoli!
9ottobre 1963: disastro del Vajont. Una delle pagine più buie della storia italica del '900 nella quale, quella tragica notte, furono scritti i nomi di quasi duemila innocenti. Tra i primi soccorritori giunse la brigata “Cadore”: 3.488 militari - giovani di leva, sottufficiali e ufficiali - con altri volontari in ben 38 lunghi giorni scavarono spesso a mani nude per estrarre i corpi delle vittime dal fango.
Sul Pasubio, come atto di fede
Cosa può dirci il Pasubio che non ci abbia ancora detto? Se lo sono chiesti in almeno 500, la prima domenica di settembre, salendo su quelle stesse strade percorse quasi cento anni fa da quei soldati che sulla montagna andavano a combattere. La risposta, come sempre, ognuno l’ha trovata dentro di sé. Su queste personali premesse si è svolto l’annuale pellegrinaggio sul Pasubio, iniziato il sabato con l’omaggio ai Caduti all’Ossario di Colle Bellavista e proseguito con la deposizione di una corona d’alloro al Dente Italiano e al Dente Austriaco.
A Pieve rivive il btg. “Cadore”
Quello del 25 agosto 2013 sarà un raduno da ricordare. Forse tra i più belli e significativi degli ultimi vent’anni. Preceduto da una mostra allestita nella sala consigliare del Municipio di Pieve proprio per dare significato all’incontro tra tanti alpini legati alla storia, alle tradizioni e nei rapporti di amicizia, l’evento ha preso corpo dal primo mattino con la Messa e le parole toccanti di mons. Diego Soravia, arcidiacono del Cadore.
Web 2.0
Da frequentatore della tecnologia e dell’informatica sin dai primi anni ottanta (iniziai a undici anni con un home computer), aggiungo due precisazioni al tuo ultimo editoriale che non ne cambiano la sostanza, ma che ti invito a considerare perché aprono ulteriori riflessioni che ritengo tocchino un nervo scoperto del pensiero contemporaneo.
Il 60° dei Paracadutisti della “Julia”
Il 15 novembre 2013 ricorrerà il 60° anniversario della costituzione dei Plotoni Paracadutisti della brigata Alpina “Julia”, avvenuta presso la caserma “Del Din” di Tolmezzo. Negli anni successivi furono trasferiti nella caserma “Zavattaro” di Udine, dove si sono succeduti tutti i plotoni (in totale 10) fino al 14 aprile 1964, data di scioglimento e trasferimento a Bolzano per costituire, assieme ai plotoni delle altre brigate, la Compagnia Alpini Paracadutisti del 4° Corpo d’Armata Alpino. Vista l’età di coloro che hanno prestato servizio nei plotoni dal 1953 al 1964, è impossibile ripetere il grande raduno fatto in occasione del 50° anniversario presso la caserma “Spaccamela” di Udine.
La SMALP, quanti ricordi
Ne L’Alpino n. 6/2013 ho letto e riletto il suo bellissimo augurio di buon lavoro formulato al nostro nuovo presidente nazionale, augurio al quale, come lei ha scritto, anch’io mi unisco di tutto cuore. Ho riletto il suo articolo perchè, nel breve racconto dei suoi cinque mesi vissuti alla SMALP nel 1968, mi sono emozionato riconoscendomi completamente coinvolto in quelle lontane vicende così pregnanti e, quindi, ravvisando in esso il ritrovamento forse di un vecchio compagno di corso.
La montagna nel cuore
Fedeltà. La vita in montagna di Osvaldo Carmellino si potrebbe raccontare con una parola, anche se non ne sarebbero sufficienti mille per descrivere la semplicità nei gesti, nei sorrisi, nei sapori. È quella genuinità che si gode sulle vette più alte, tra le cento sfumature di verde dell’Alpe Larecchio, al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta, dove Osvaldo e la famiglia vivono e lavorano. Una splendida conca - forse la più bella della Valsesia - solcata dal rio Plaida che serpeggia placido tra ubertosi pascoli cinti, come in un abbraccio, da alti larici.
Quel monumento a Campo Tures
Passando per Campo Tures ho notato un piccolo monumento posto alla destra appena fuori del paese che si trovava in disfacimento.