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lunedì, 26 Maggio 2025

In breve – ottobre 2013

Notizie in breve.

Il Bosco che ci parla

Una pioggia battente accoglie i primi arrivi per il 42° raduno al Bosco delle Penne Mozze, nella valle di San Daniele a Cison di Valmarino, sezione di Vittorio Veneto. Gli alpini, com’è tradizione e senso del dovere, accorrono in molti al Bosco, nonostante altre rilevanti cerimonie vedano contemporaneamente tanti altri alpini presenti in luoghi altrettanto carichi di storia. Sembra che il calore delle penne nere contrasti l’insistenza della pioggia e in breve tempo le nuvole si dissolvono, lasciando spazio ad un cielo azzurro come non mai.

Non dimentichiamoli!

9ottobre 1963: disastro del Vajont. Una delle pagine più buie della storia italica del '900 nella quale, quella tragica notte, furono scritti i nomi di quasi duemila innocenti. Tra i primi soccorritori giunse la brigata “Cadore”: 3.488 militari - giovani di leva, sottufficiali e ufficiali - con altri volontari in ben 38 lunghi giorni scavarono spesso a mani nude per estrarre i corpi delle vittime dal fango.

A Pieve rivive il btg. “Cadore”

Quello del 25 agosto 2013 sarà un raduno da ricordare. Forse tra i più belli e significativi degli ultimi vent’anni. Preceduto da una mostra allestita nella sala consigliare del Municipio di Pieve proprio per dare significato all’incontro tra tanti alpini legati alla storia, alle tradizioni e nei rapporti di amicizia, l’evento ha preso corpo dal primo mattino con la Messa e le parole toccanti di mons. Diego Soravia, arcidiacono del Cadore.

La montagna nel cuore

Fedeltà. La vita in montagna di Osvaldo Carmellino si potrebbe raccontare con una parola, anche se non ne sarebbero sufficienti mille per descrivere la semplicità nei gesti, nei sorrisi, nei sapori. È quella genuinità che si gode sulle vette più alte, tra le cento sfumature di verde dell’Alpe Larecchio, al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta, dove Osvaldo e la famiglia vivono e lavorano. Una splendida conca - forse la più bella della Valsesia - solcata dal rio Plaida che serpeggia placido tra ubertosi pascoli cinti, come in un abbraccio, da alti larici.

Il 60° dei Paracadutisti della “Julia”

Il 15 novembre 2013 ricorrerà il 60° anniversario della costituzione dei Plotoni Paracadutisti della brigata Alpina “Julia”, avvenuta presso la caserma “Del Din” di Tolmezzo. Negli anni successivi furono trasferiti nella caserma “Zavattaro” di Udine, dove si sono succeduti tutti i plotoni (in totale 10) fino al 14 aprile 1964, data di scioglimento e trasferimento a Bolzano per costituire, assieme ai plotoni delle altre brigate, la Compagnia Alpini Paracadutisti del 4° Corpo d’Armata Alpino. Vista l’età di coloro che hanno prestato servizio nei plotoni dal 1953 al 1964, è impossibile ripetere il grande raduno fatto in occasione del 50° anniversario presso la caserma “Spaccamela” di Udine.

Web 2.0

Da frequentatore della tecnologia e dell’informatica sin dai primi anni ottanta (iniziai a undici anni con un home computer), aggiungo due precisazioni al tuo ultimo editoriale che non ne cambiano la sostanza, ma che ti invito a considerare perché aprono ulteriori riflessioni che ritengo tocchino un nervo scoperto del pensiero contemporaneo.

La SMALP, quanti ricordi

Ne L’Alpino n. 6/2013 ho letto e riletto il suo bellissimo augurio di buon lavoro formulato al nostro nuovo presidente nazionale, augurio al quale, come lei ha scritto, anch’io mi unisco di tutto cuore. Ho riletto il suo articolo perchè, nel breve racconto dei suoi cinque mesi vissuti alla SMALP nel 1968, mi sono emozionato riconoscendomi completamente coinvolto in quelle lontane vicende così pregnanti e, quindi, ravvisando in esso il ritrovamento forse di un vecchio compagno di corso.

Quel monumento a Campo Tures

Passando per Campo Tures ho notato un piccolo monumento posto alla destra appena fuori del paese che si trovava in disfacimento.

Russia on the road!

Alpini, due ruote e 8.000 chilometri. È nata dalla passione la pazza idea dell’Associazione Alpini Motociclisti alla quale hanno aderito due suoi soci, Aldo Bergoglio, capogruppo di Brozolo-Robella (sezione di Torino) e Massimo Rubeo della sezione di Biella. In sella alle loro moto hanno raggiunto la Russia per visitare i luoghi dove tanti soldati italiani durante il secondo conflitto mondiale sono caduti per la Patria e portare un contributo tangibile all’Asilo Sorriso di Rossosch, completato 20 anni fa dalle penne nere e donato alla popolazione russa in segno di fratellanza. Il tour e le tappe di avvicinamento sono state pianificate con certosina meticolosità. Nonostante ciò la malasorte era in agguato: un giorno dopo la partenza la due ruote di Massimo si è fermata, mettendo a rischio l’impresa.

… e la caserma torna ad essere alpina

Gentile redazione, quale iscritto all’ANA dal 1974 ricevo tutti i mesi la rivista L’Alpino; non sempre si può essere d’accordo sul contenuto di tutti gli articoli trattati, ma quello sulla caserma Ceccaroni di Torino, proprio non lo digerisco. La caserma ritorna “alpina” semplicemente perché svendiamo il cappello alpino, facendo diventare alpini dei portatori di basco?

Il cappello alpino in politica

Egregio direttore, il prossimo 27 ottobre qui a Bolzano si terranno le elezioni provinciali per l'insediamento del nuovo consiglio e la nomina del futuro presidente della Giunta Provinciale. Tutti i partiti, come è giusto ed ovvio, cercano di attirare sulle proprie formazioni politiche il maggior numero di consensi. Questo meccanismo si deve avvalere però di procedure corrette. Ma recentemente sui viali di Bolzano sono apparsi dei giganteschi manifesti che mi hanno creato un senso di fastidio e di rabbia.

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