La Taurinense al comando dell’operazione “Leonte” in Libano

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Pattuglie di alpini impegnate in Libano (foto d'archivio).

La brigata alpina Taurinense ha sostituito la brigata Sassari al comando dell’operazione “Leonte” nell’ambito della missione Unifil, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano del Sud.

La brigata alpina, alla sua seconda missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite, assume il comando del settore Ovest di Unifil in cui operano 3.800 “caschi blu” di 16 dei 45 paesi contributori alla missione Unifil. Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, 800 dei quali appartenenti alla Taurinense che si schiereranno nel corso delle prossime settimane.

Il passaggio di consegne tra il comandante della Sassari, generale di brigata Andrea Di Stasio, e il comandante della Taurinense, generale di brigata Davide Scalabrin, è avvenuto nella base “Millevoi” di Shama nel corso di una cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di Unifil, generale di Divisione Stefano Del Col, con la partecipazione dell’ambasciatrice d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, e di autorità civili e militari libanesi.

Nel suo intervento il generale Farina, dopo aver portato il saluto del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida brigata Sassari e sottolineato lo storico legame tra l’Italia e il Libano, “al quale, con fierezza, siamo legati sin dai tempi della prima missione di pace istituita nel 1978”, ricordando inoltre “l’efficacia dell’intervento negli attimi immediatamente successivi alla tragica esplosione al porto di Beirut del 4 agosto”. 

Ha poi posto l’accento sull’importanza del lavoro svolto al fianco delle Forze Armate libanesi (LAF): “Se tutti insieme, peacekeepers dell’Onu e Forze Armate libanesi, continueranno a lavorare congiuntamente, potranno vincere ogni sfida per assicurare pace, stabilità e progresso a questo meraviglioso paese”. 

Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito si è poi rivolto gli alpini della Taurinense, esortandoli a proseguire sul solco tracciato dai precedenti contingenti e a dare prova della peculiarità della via italiana nelle operazioni di peacekeeping, “condotte con equilibrio, professionalità, imparzialità, diplomazia, efficacia, credibilità e rispetto. Il consolidato successo della missione Unifil”, ha concluso Farina, “lo si deve alla dedizione, al sacrificio, al senso del dovere e della responsabilità di ciascun peacekeeper, ma soprattutto alla straordinaria capacità di dialogo e di interazione dei militari italiani con tutte le componenti della società presenti nel variegato mosaico libanese”. 

Apprezzamento e gratitudine agli uomini e alle donne del settore Ovest di Unifil per i “risultati ottenuti sul campo”, sono stati espressi dal capo missione e comandante di Unifil. Quanto alla “situazione fragile” che regna nel Libano meridionale, “considerando il delicato contesto politico, economico e sociale aggravatosi ulteriormente a causa dell’emergenza sanitaria in corso”, il generale Del Col ha definito “straordinari” i progressi della missione nel “Paese dei cedri”, grazie anche al ruolo giocato dai peacekeepers italiani nel garantire, con imparzialità e trasparenza, il monitoraggio della cessazione delle ostilità e la cooperazione strategica con le forze armate libanesi per la sicurezza e la stabilità dell’area, soprattutto lungo la “blue line”, la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele.

“A ciò si aggiunge la ricerca costante del consenso unanime della popolazione locale mediante la realizzazione di progetti di cooperazione civile-militare”, ha detto Del Col, nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e della risoluzione 2539 dello scorso 28 agosto che, oltre a rinnovare per un altro anno il mandato di Unifil, “ha gettato le basi per un’ulteriore sinergia tra la missione e le parti verso gli obiettivi del mandato”.

Il passaggio della bandiera delle Nazioni Unite.
La rassegna dei reparti schierati.
Il capo di SME gen. Farina firma l’albo d’onore.