Quei reduci all'Adunata

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Durante i mesi precenti il raduno di Trieste non ne potevo parlare senza che mi emozionassi fin nel profondo del cuore. Non so come è cominciata questa vera e propria malattia; forse dalla lettura di Centomila gavette di ghiaccio . Il libro mi tenne sveglia l’anima a lungo in un periodo non felice per me: gli alpini erano con me quando le persone reali mancavano. Nei due giorni della invasione triestina, con i reduci mi sono commossa: quelle persone che hanno visto l’inferno come valuteranno il mondo di oggi?La voglia di avere la bella macchina, di apparire vincenti?Essere alpini è un modo diverso di vedere la vita, di essere con gli altri e per gli altri. Non si può essere alpini a metà; ma se lo sei, lo sei del tutto.

Gabriella Quadri Passo Segni di Baricella (BO)

Nella sua lunga lettera è contenuta anche la risposta al suo angosciato quesito: nel pezzo che non ho potuto riportare lei ha usato sette verbi per qualificare lo spirito degli alpini: spalare, costruire, pulire, sfamare, assistere, consolare e anche seppellire. Ecco la risposta a chi pretende solo diritti dimenticando i doveri.