Una proposta

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    Articolo di tipo Lettere al Direttore pubblicato nel numero di Gennaio 2019 dell’Alpino

    In riferimento alla lettera “Il testamento dell’Ana” del numero di novembre mi permetto di esporre un’opinione. Sono d’accordo che potrebbe essere prematuro parlarne, ma anche navigare a vista è pericoloso, qualcuno ci ha provato lambendo l’isola del Giglio e sono note le conseguenze.

    In prospettiva, invece, si potrebbe pensare ad una unificazione di tutte le varie associazioni analoghe, appartenenti ai vari Corpi. Un esercito, sebbene ridimensionato, servirà comunque, garantendo così la continuità di nuovi iscritti. In fondo i principi morali e sociali delle varie associazione penso siano gli stessi; come pure lo spirito patriottico.

    Ernesto Carboni Gruppo di Ceriano Laghetto, Sezione di Milano

    Caro amico, rispondo a te e a Aldo del Bò che mi fa considerazioni analoghe. Quando scrivo che rispetto al futuro dell’Ana bisogna navigare a vista, non mi riferisco all’attendismo di chi fa bisboccia sul ponte mentre la nave si incaglia. Intendo piuttosto che bisogna aspettare tempi, sensibilità politica e fattibilità economica per far ripartire il servizio militare obbligatorio. E questo non perché si veda all’orizzonte la Terza Guerra Mondiale, ma perché le situazioni di sicurezza potrebbero modificarsi e richiedere personale adeguato per fronteggiarle.