Colpiti nella nostra identità

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    A proposito di “Pace non pacifismo”, condivido lo sdegno del prof. Bertagnolio contro la macelleria di carne umana perpetrata dall’Isis (lettere al direttore, L’Alpino novembre 2014). Spettacolo raccapricciante, esecrabile senza se e senza ma.

    Forse qualche “mea culpa” dovrebbe recitarlo anche l’Occidente cristiano, ripensando alla carneficina altrettanto orrenda – e un po’ sottaciuta dalla storiografia ufficiale – compiuta nei secoli scorsi, tanto più empia e deprecabile in quanto commessa in nome dei cosiddetti “sacrosanti ideali” della crociata contro gli infedeli, con la benedizione di vari Papi. Ci fu un Francesco a dire “fermatevi”, ma non era un Papa, era solo il Poverello di Assisi. Non fu ascoltato! Oggi ci tocca fronteggiare la violenza di questa nèmesi storica e invocare dal Cielo la fine di questa barbarie.

    Francesco Lanzellotti – gruppo di Moncalieri

    Trovo un po’ strano, senza con questo voler giustificare le Crociate, che si continui a leggere il presente con categorie storiche di otto, novecento anni fa. Le Crociate furono la risposta armata, e quindi non cristiana, ad una politica musulmana di invasione e distruzione di tutto ciò che era cristiano. E non penso solo alla Terra Santa, ma anche alla Spagna, alla Sicilia e a tante altre parti del mondo. Una cultura tribale e senza regole, come si usava a quei tempi. Ma perché continuare a tirare in ballo una storia di quasi mille anni, come se ciò che accade nel vicino Oriente fosse colpa dei Papi e della Chiesa? Proviamo a chiedere invece al mondo musulmano cosa sia Islam e cosa non lo sia e, soprattutto, chiediamoci, in cosa abbiamo sbagliato se oggi ci sentiamo minacciati e colpiti nella nostra identità.