BERGAMO – Una mostra sui fratelli Calvi

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    In occasione dell’inaugurazione del monumento dedicato ai Fratelli Calvi, recentemente restaurato, il museo alpino della sezione bergamasca ha organizzato una mostra all’interno del Comune che ha guidato i visitatori alla scoperta della storia dei quattro ufficiali alpini di piazza Brembana. “I Fratelli Calvi – ha sottolineato Antonio Sarti – hanno scritto pagine importanti della storia alpina e non solo.

     

    Sono figure attuali perché ci mostrano con la loro vita che di fronte al pericolo non bisogna mai arrendersi, ma lottare per i propri ideali”. Agli alpini la tragica storia dei quattro fratelli è ben nota: Natale detto Nino, Attilio, Santino, Giannino combatterono sui fronti della prima guerra mondiale. Attilio per primo nel 1916, Santino «il ribelle » fu il secondo a morire sull’Ortigara nel 1917; Giannino «il fanciullo » fu portato via nel 1919 dalla spagnola dopo aver combattuto sul Monte Grappa, mentre Nino, sopravvissuto con un piede e una caviglia fuori uso, perse la vita a 33 anni nel 1920, sull’Adamello.

    Come riconoscimento del loro eroismo i Calvi ricevettero undici Medaglie al Valor Militare, nessuna d’oro, perché si dice non fossero apprezzati dalle gerarchie per il loro forte carattere. La vicenda personale dei giovani è raccontata su pannelli preparati dal Museo alpino, mentre l’associazione storica “Cimeetrincee” ha infine messo a disposizione reperti della Grande Guerra. Tra gli oggetti alcuni che non è frequente vedere esposti, perché parte del patrimonio della Fondazione “Bergamo nella storia” come il medagliere che riporta le foto dei quattro Fratelli Calvi, tre di essi in divisa e tutte le loro medaglie.

    Dal museo ANA provengono numerosi documenti come il diario ufficiale del capitano Nino Calvi, che racconta l’impresa della conquista dell’Adamello. Non mancano il rampone trovato al suo piede dopo la mortale caduta dalla parete Nord della stessa montagna, avvenuta il 16 settembre 1920; le agendine del 1915 e 1916 di Attilio con all’interno alcuni fiori, le cartoline di Santino scritte dal fronte a casa, il “calendarietto del soldato” di Giannino, con dedica alla mamma. Ricca l’esposizione delle pubblicazioni e delle pagine tratte dai giornali dell’epoca che raccontano l’arrivo delle salme in piazza Brembana, avvenuto il 30 ottobre 1921, quando ad accoglierle c’era Clelia Pizzigoni, più nota come Mamma Calvi.