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I “veci” del 32° Acs a Lastebasse, dopo 45 anni
Una pagina da libro cuore, ma scritta con la penna d’alpino. Avevano vissuto assieme per cinque mesi da ventenni l’esperienza del servizio militare poi le tracce si sono perse, complici prima le diverse destinazioni e poi le priorità nella vita civile. Un vuoto durato ben quarantacinque anni, colmato però da un piccolo miracolo che ha permesso un rendez vous che sembrava solo un sogno. E’ la storia toccante che racconta l’incontro, dopo quasi dieci lustri, dei vicentini protagonisti nel 1971 del 32° Corso Allievi Sottufficiali alla Scuola Militare Alpina di Aosta.
A proposito di Facebook
Ci eravamo lasciati a settembre, parlando di web 2.0. Dicevamo che navigare in rete oggi è diventato come entrare in un supermercato. Si compra qualcosa ma ormai sempre più spesso si vende qualcosa, mettendo informazioni, notizie, richieste, pareri…
Alpini dormienti: “Guardo al futuro con serenità”
Presidente, dieci anni fa l’ANA contava 26mila alpini in più e 23mila aggregati in meno. Come vede la vitalità dell’Associazione pensando a questo invertirsi dei fattori?
La vitalità c’è nel senso che nell’arco dei dieci anni il numero degli associati ha subito una modesta diminuzione. Fa riflettere avere 26mila alpini in meno, ma questo è dovuto in parte ad un fatto fisiologico, tanti che hanno fatto naja o la guerra sono andati avanti. La leva non c’è più e quindi l’unica possibilità è quella di at tingere dai dormienti. Gli aggregati sono una risorsa - penso ad esempio al loro grande impegno nella Protezione Civile - e lo sono nella misura in cui tanti giovani che non hanno potuto fare il servizio di leva aderiscono ai nostri valori, alle nostre idee, si impegnano e sono con noi.
Se l'informazione ha un virus
Fra i terremotati, per dare aiuto e solidariet
Sei, sette file ordinate di tende blu montate dove una volta c'era un prato o lo stadio del paese. Si vive così, in pochi metri quadri, caldi di giorno e molto freddi la notte, a Paganica, San Demetrio, Barisciano e in tutte le decine di tendopoli dell'Abruzzo. La notte del 6 aprile molto ha cambiato. Al dramma e ai lutti, alcuni dei quali hanno cancellato intere famiglie, si somma la paura della popolazione per il susseguirsi delle scosse.