Una robusta cura verde al territorio da salvare

    0
    21

    L’esercitazione di Protezione civile Penne nere comasche , del 2º Raggruppamento.

    DI CESARE DI DATO

    Formiche. Arancioni, ciarliere, con il cappello alpino, ma sempre formiche. Così mi sono apparsi i volontari della P. C. del 2º raggruppamento (Emilia Romagna e Lombardia) impegnati nell’esercitazione Penne Nere comasche 2004 quando ho accompagnato il presidente della sezione di Como Achille Gregori in un ampio giro di ispezione ad alcuni cantieri sparsi nella provincia. Forse il paragone è già stato usato ma consentitemi di dire che esso calza a pennello per questi nostri associati. Coordinatore dell’esercitazione è stato il nuovo direttore della P. C. della sezione di Como, Marco Gesilao, giovane ufficiale in congedo, figlio d’arte essendo il padre una delle colonne del nucleo, che ha saputo impiantare e dirigere una complessa operazione che si estendeva sui due terzi del territorio comasco. Non è stato un miracolo; è bastato applicare quella disciplina, innata negli alpini e negli associati che li affiancano, potenziata nel periodo trascorso alle armi, per raggiungere un risultato che parla da solo: 1740 quintali di materiale raccolto e sgomberato, in prevalenza legname di essenza povera e cespugliame, ma anche materiale inerte che ostruiva alcuni torrenti. Ne ho avuto un assaggio alla periferia di Como dove lavoravano i lecchesi, a San Fermo della Battaglia lungo la Val Fresca dove operavano i piacentini sulle orme di Garibaldi che di qui passò nel maggio del 1859 per scendere in Como dopo la vittoria sul generale austriaco Urban, alla Spina Verde, il polmone di Como, dove i milanesi ripulivano l’alveo di un torrentello ridotto negli anni a discarica pubblica, infine lungo il torrente Serenza che scorre a sud di Cantù regno dei bergamaschi. In tutti un’alta professionalità che deriva più dalla lunga milizia nella P. C. che da precedenti di mestiere, che il più delle volte non ci sono. Una sola osservazione: il lavoro sul torrente della Spina Verde è stato dei meno nobili. Non è bello lavorare nelle immondizie, sia pure con i guanti da lavoro calzati. Ho ammirato la pazienza degli alpini di Milano, ma non posso fare a meno di ripetere ciò che dissi una decina di anni fa, quando, con il nucleo di Como, diressi i lavori di P.C. a Pavullo (MO): i nostri volontari non sono spazzini e non li vedo impiegati in simili interventi che di protettivo hanno poco o nulla. Spero che l’amico Gorza, coordinatore della commissione di P. C. ANA mi legga e ne tragga le dovute conclusioni per il futuro. Per contro il torrente Serenza, ripulito dal legname e dalle sterpaglie che anni di incuria avevano soffocato è tornato a nuova vita assumendo l’aspetto di un luogo dove sarebbe piacevole passeggiare o fermarsi a meditare: basterebbero due panchine e un viottolo ben disegnato. Ci vuol poco per imitare Austria e Svizzera: alpini risoluti e sindaci convinti. Oltre ai quattro citati sono stati armati altri quindici cantieri con la presenza di sedici sezioni per un totale di 950 volontari circa. Cambiavano i dialetti e le inflessioni, dal melodioso emiliano al durissimo bergamasco, ma non cambiava la sostanza: garantire ai Comuni interventi per loro troppo o­nerosi mettendo a profitto, come sempre, un’esercitazione. Diciannove cantieri vogliono dire ventiquattro capicantiere i quali, per quel modo di fare che sembra straordinario a chi non ci conosce, hanno agito all’unisono secondo le disposizioni del già citato Marco Gesilao; tra loro ci sono nomi che hanno fatto la storia della P. C. nazionale e locale. Alle spalle, sempre disponibili, mai appariscenti gli addetti al vettovagliamento. Indispensabili e solerti, applicano ogni volta il detto di Federico II di Prussia: Gli eserciti marciano sullo stomaco ; lo applicano al meglio visti i manicaretti che giungono dalle cucine. Altro servizio essenziale quello sanitario, pronto per ogni emergenza che, per fortuna non si è verificata. Insomma: una macchina perfetta che non si è mai inceppata. Contemporaneamente si svolgeva a Cernobbio, dunque nel pieno dell’area in questione, un forum organizzato dalla Confcommercio che raccoglieva le più belle menti politiche della Nazione a cominciare dal Presidente del Consiglio: parole tante, promesse lunghe, fatti concreti non troppi. Chissà se qualcuno di Lorsignori passando con fare annoiato lungo le strade di accesso a Como, ha notato quegli strani uomini in arancione che lavoravano in modo frenetico: ne dubito, ma se lo avesse fatto forse si sarebbe chiesto chi erano mai e, saputolo, chissà se per un attimo è balenato nella sua mente che la decisione, così sofferta, di por fine alla leva rischia di annullare tutto questo prezioso patrimonio. Chissà se ci ha pensato. Chissà …