Un segno di vita

    0
    49

    Tanti anni fa ho avuto l’onore e la gratificazione di prestare servizio militare nel 1° reggimento artiglieria da montagna: i 18 mesi trascorsi hanno lasciato in me una traccia profonda e la consapevolezza di quei valori oggi purtroppo screditati sulla strada della totale indifferenza.

    Tale premessa è lo spunto per manifestare la disillusione e lo scoramento che mi hanno pervaso nel corso della mia recente visita al Sacrario di Redipuglia che custodisce i resti di oltre 100.000 militari che hanno sacrificato la loro giovane vita nelle zone di guerra del Carso.

    Perché? Per il totale abbandono del luogo, l’indifferenza, il non ricordo e il non rispetto: nemmeno una piccola fiammella accesa. Ma fino a quando potremo accettare questo piano inclinato che porta le nuove generazioni alla totale dimenticanza di tante vite sacrificate che, 100 anni fa, hanno portato alla vittoria l’Italia sull’oppressione straniera, consegnando una Patria ai giovani d’oggi, che non conoscono questi importanti eventi storici, se non molto marginalmente…

    Ora, pur sforzandomi, riesco a capire questo atteggiamento di disinteresse su eventi di grande importanza storica, tuttavia faccio appello alla forza sana e numerosa di questo grande Paese, che è la nostra Italia, per augurarmi che, almeno in concomitanza con tutti gli eventi previsti per la celebrazione del centenario della nostra ultima Grande Guerra, venga reso onore accendendo almeno una fiammella, nei luoghi sacri di tutte le zone di guerra.

    È l’unica strada che nella mia modestia riesco ad individuare per il recupero, almeno visivo, della memoria: una piccola fiammella per ricordare il sacrificio di tante vite e il dolore di tante mamme.

    Stefano Coda – sezione di Biella

    In ogni luogo dove riposano i morti, sia esso un sacrario o una semplice tomba, dovrebbe sempre essere presente un segno di vita. Un fiore, una fiammella come la chiami tu, un qualche cosa di vivo… Non è solo un segno della nostra gratitudine e del nostro ricordo, ma è, prima ancora, un emblema del loro essere viventi tra noi, con loro presenza misteriosa e col loro insegnamento.