Tricolore e monumento di Brunico

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    Roncone e Grigno. Sono luoghi di manifestazioni trentine dove è stato “offeso” il Tricolore. In questi centri abitati la Bandiera italiana è stata tolta per far posto a simboli folk. …Recenti esternazioni da parte di rappresentanti delle istituzioni locali, pur potendo avere un mero sapore propagandistico, rischiano di vulnerare o offendere simboli, idealità nei quali, non solo gli alpini, ma tutti gli italiani si riconoscono. Gli alpini del Trentino… ribadiscono e ribadiranno sempre a gran voce l’imprescindibilità e la non negoziabilità della cornice unitaria nazionale… L’inno nazionale o Il Piave non offendono nessuno… Mai accetteremo di ammainare il tricolore, mai un alzabandiera senza cantare l’Inno.

    “Doss Trent” periodico sezione Trento

    Sono un alpino classe 1944 e dopo il CAR trascorso a Mondovì sono stato trasferito a Brunico dove ho svolto tutto il periodo militare, compagnia comando, caserma De Cobelli. Erano anni spensierati, per la giovane età, per l’entusiasmo di essere alpini. La sera durante la libera uscita si passeggiava lungo la via principale di Brunico e vicino alla chiesa ci si fermava a porgere un riverente, rispettoso saluto ad un amico, un alpino, immobile, maestoso, fiero; un alpino di roccia! In quel tempo la statua troneggiava su un basso piedistallo ed emanava un calore umano. Passarono molti anni e un giorno mi decisi a tornare a vedere la mia caserma e a salutare il mio alpino di roccia. Quale delusione, quale desolazione… prima c’era un piccolo basamento e un grande alpino ora un grande basamento e sopra un piccolo alpino.

    Angelo Ghisetti

    Ci risiamo. Nostalgie esterofile, complesso dell’Imperatore, stupidità paesane e rozze esternazioni politiche vanno nella direzione di cancellare Tricolore e Inno nazionale. Inutile ricordare che negli USA la bandiera è sacra per tutti i cittadini a prescindere dalla provenienza geografica, colore della pelle e storie personali. Il “gioco” di pochi esibizionisti, magari assecondato da qualche amministratore bisognoso di un pugno di voti, fa pena ma è pericoloso. Ad appesantire un quadro sconfortante in tempi in cui c’è solo bisogno di concordia arriva la targa approvata dal Consiglio comunale di Brunico da apporre al monumento all’alpino in piazza Cappuccini.

    Ferma restando la legittimità di chi regge la città di scrivere quello che vuole, altrettanta libertà ci sia consentita di disapprovare frasi come: “Il monumento dedicato alla Divisione alpina Val Pusteria… che… prese parte alla brutale guerra d’aggressione dell’Italia contro l’Abissinia… simboleggia anche l’annessione dell’Alto Adige-Südtirol all’Italia e la violenta politica di italianizzazione da parte del fascismo delle minoranze tedesche e ladine… Per alcuni cittadini di Brunico è simbolo delle truppe alpine, da decenni impegnate nelle forze internazionali di pace e nella Protezione civile. Per altri è tuttora un emblema del fascismo, delle sue guerre e dell’oppressione della popolazione locale in quel periodo”.

    Giudizio quasi salomonico, si direbbe, se non si dovesse ricordare che quel martoriato monumento rappresenta solo e semplicemente l’alpino, un soldato che nei suoi 140 anni di storia ha obbedito agli ordini, come tutti i soldati, non è stato fascista e sicuramente non si è comportato in modo più brutale o violento di altri. Se così è, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, quante targhe dovrebbero essere messe in tanti monumenti nel mondo? O è solo Brunico la coscienza pulita della storia europea del secolo scorso?