Sulle Tofane, 90 anni fa, Antonio Cantore

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    Commemorato il generale sul luogo in cui cadde, colpito mentre ispezionava le linee nemiche.

    Forcella di Fontana Negra. Zona Tofane. È il pomeriggio del 20 luglio 1915, quando il generale Cantore rimane fermo, impassibile a due proiettili che lo sfiorano. Cade subito dopo, colpito mortalmente da un terzo colpo che lo centra in piena fronte, forando la visiera del berretto che portava. Nasce così la leggenda del papà degli alpini e noi in ogni occasione in cui accompagnamo i nostri reduci scomparsi diciamo che sono andati avanti e che andranno a trovare tutti i Caduti che li hanno preceduti nel paradiso di Cantore . Antonio Cantore nasce a Sampierdarena (Genova) nel 1860.

    Segue i corsi regolari presso scuole e accademie, da colonnello fonda e sarà il primo comandante dell’8º Reggimento Alpini. Partecipa alla guerra italo turca dimostrando brillanti prove delle proprie capacità. Viene decorato e insignito dell’Ordine Militare di Savoia. Resta in Libia fino a quasi tutto il 1914 e rientra in Italia col grado di generale. Nel 1915 comanda la Brigata Mantova, quindi passa al comando della 2ª divisione del 1º C.A. che opera in Ampezzo e Cadore. Alla sua memoria viene concessa la Medaglia d’Oro al V.M. E noi dell’Associazione Nazionale Alpini siamo saliti a Forcella Fontana Negra, sulle Tofane, per ricordare il papà degli alpini nel 90º anniversario della morte.

    La toccante cerimonia è stata organizzata dalla Sezione di Genova, città che ha dato i natali a Cantore, e dalla Sezione Cadore, nel cui territorio riposa la salma. Determinante e significativo è stato il contributo dei due gruppi alpini gemellati di Cortina d’Ampezzo (Cadore) e di Pieve Ligure Sori (Genova), che da diversi anni commemorano con solennità l’anniversario. La partecipazione di un plotone di bocia (anche donne) del 7º Reggimento alpini di Belluno al comando del cap. Agostinetto, e della squadra di conducenti guidata da Giovanni Salvador, di conducenti con i muli di Cappella Maggiore, ha messo a confronto ancora una volta la realtà delle Truppe alpine odierne e dei nostri vecchi che durante la grande guerra hanno percorso e combattuto aspramente in quei ghiaioni e in quegli anfratti di roccia.

    Alla presenza dei vessilli di Cadore e Genova e di quello di Marostica dei numerosi gagliardetti e di tanti alpini e alpinisti che hanno fatto corona al cippo che ricorda il gen. Cantore, si è svolta la cerimonia commemorativa con l’onore ai Caduti, la deposizione di due corone d’alloro, il breve intervento dei due presidenti: Antonio Cason ha portato il saluto del presidente Perona e rievocato la figura di Cantore; Giovanni Belgrano ha recitato la Preghiera dell’alpino .

    A conclusione di questa prima parte della giornata commemorativa, nel vicino vecchio rifugio Tofane, diventato poi, dopo il 1915, rifugio Cantore e ormai in disuso, gli alpini di Cappella Maggiore hanno offerto ai bocia e a tutti i partecipanti una pastasciutta preparata con le cucine someggiabili, che ci hanno fatto ritornare alle nostre esperienze di naia. Alle ore 16 nel Sacrario Militare di Pocol è stata deposta una corona d’alloro davanti alla tomba del gen. Cantore, cui è seguita la S. Messa, accompagnata dalla fanfara alpina di Conegliano, al termine della quale lo storico della Grande guerra prof. Paolo Giacomel di Cortina d’Ampezzo ha ricostruito gli eventi bellici avvenuti sulle Tofane tra i due contendenti italiani e austro ungarici.

    Il consigliere della sezione di Genova, Giancarlo Militello, ha dato una lettura storica del generale Cantore. Il terzo momento della commemorazione è avvenuto alle ore 18,30 al monumento dedicato al gen. Antonio Cantore in centro di Cortina, con deposizione di altra corona d’alloro alla presenza di autorità civili locali, del plotone alpini del 7º rgt. e di numerosi alpini. La fanfara alpina di Conegliano ha concluso la giornata con un concerto di musiche alpine.