Siamo ancora attuali?

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    Ho letto l’editoriale da te scritto su L’Alpino di settembre, volevo dirti che condivido le tue parole sulla società italiana di oggi, una società che si confronta non più fra paesi o regioni ma con la totalità del mondo stesso. E di fronte ad una società che cambia così rapidamente, dirigendosi spesso dalla parte opposta a quella dei valori dell’alpinità, noi alpini ci sentiamo sempre più spesso disorientati e ci chiediamo se siamo ancora “attuali” o siamo un po’ fuori del tempo.

    Remigio Marcazzan, Verona

    È una bella domanda. Noi alpini una risposta ce l’abbiamo: la nostra. Spesso il dialogo si chiude, purtroppo, tra noi. C’è tanta autoreferenzialità nei nostri discorsi e perfino sulla nostra stampa. Indirettamente un segnale di consenso da parte della società civile lo troviamo nelle nostre manifestazioni, quasi sempre molto partecipate, anche se spesso lungo i percorsi delle sfilate ci sono tanti amici o familiari. A Torino però, la sera precedente all’Adunata, sulle piazze erano i torinesi a farla da padrone.

    Il problema che pone Remigio – siamo attuali? – non ha risposta perché il mito degli alpini mal si concilia con i tempi che corrono. Non dobbiamo più difendere l’Unità d’Italia sulle frontiere: è dall’interno che arrivano provocazioni grossolane e farneticazioni grottesche. Lo spirito di Corpo degli alpini non è più una condizione che scaturisce dalla cartolina di precetto, dalla provenienza da paesi di montagna, di campagna, comunque da una vita di fatiche e ‘strussie’ com’era quella del lavoro della terra. È difficile conciliare la cultura dello zaino affardellato con quella del computer. Una nostra scommessa. “Ma gli alpini non hanno paura”.