Siamo alpini o… caporali?

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    Primo gennaio 2005: entra in vigore la sospensione della leva come tutti i lettori ormai sapranno. Quello che forse non sanno, o quello sul quale non si sono mai soffermati è che, assieme alla coscrizione si andrà a perdere anche qualcos’altro: l’alpino!!!

    Non leviamo gli scudi, e facciamo un po’ di chiarezza. Nessuno tocca la specialità alpina che da sempre si è coperta di gloria su tutti i campi di battaglia dove ha operato l’Esercito e nelle missioni internazionali, dalle più vicine alle più lontane.
    Quello che andrà a sparire è l’alpino come grado (come il fante, l’autiere, il trasmettitore ed il geniere, ad o­nor del vero). La nuova figura di militare nato con la sospensione della leva, il Volontario a Ferma Prefissata infatti, dopo tre mesi di servizio viene promosso al grado di caporale (a meno che non sia un asino!) e quindi i nostri reparti, dove i volontari giungeranno dopo un periodo di addestramento presso le scuole d’arma e di specialità, saranno alimentati da tanti, tantissimi caporali andando ad archiviare quell’ Alpino Pietro BARBA comandi! al quale eravamo abituati.

    Nessuna rivoluzione, nessuna tragedia, forse la trasposizione anche all’Esercito di quella volontà, tutta italiana, di non poter mai essere alla base, ma di voler sempre partire da una posizione privilegiata, sia essa anche solo un grado in più. La tradizione alpina sicuramente non guarda se chi svolge con perizia il proprio dovere, se chi assolve il proprio compito sia militare di truppa o ufficiale, alpino semplice o no, e quindi sdoganiamo questo esercito di caporali se sapranno perpetrare la nostra tradizione e continuare a dare lustro alla nostra specialità. Senza andare a scomodare Totò e il suo dilemma: Ma siamo uomini o caporali ?

    Jago