Sfogliando i nostri giornali

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    La nostra stampa.

    Veci e bocia, Sez. Milano: NUOVI GRUPPI PER STARE INSIEME

    “Da quando è iniziata la stagione delle manifestazione alpine, quelle più in voga sono quelle riguardanti l’inaugurazione di nuovi Gruppi… Ma perché gli alpini continuano a far nascere nuovi Gruppi? Solo per far numero? Non credo. Io credo che alla base ci sia quella voglia di essere d’aiuto ognuno nelle proprie realtà territoriali, comunali, cittadine, senza clamori, senza fare proclami altisonanti…. Noi alpini siamo fatti così: vogliamo stare insieme, non sparpagliati pur vivendo nello stesso paese, comune o città. E per stare insieme, per vivere seriamente nella nostra Associazione, per l’allegria e la simpatia che ci contraddistingue, per l’aiuto che sappiamo dare al prossimo ci mettiamo a fondare nuovi Gruppi”.

    Il Portaordini, Sez. Alessandria: ESPONETE IL TRICOLORE

    “Lo scorso anno con la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia si è avuta un’esplosione di bandiere tricolori esposte a finestre e balconi per ogni dove della nostra penisola. Grandi e piccoli drappi inumiditi dalle brezze padane, agitati dalla possente bora triestina, vibranti ai refoli appenninici, blanditi dallo stuzzicante ponentino romano, accarezzati dal tiepido scirocco spirante a sud. Ora pare essere svanita la magia, le migliaia di bandiere sono state riposte, dimenticate in fondo ad un cassetto. Noi alpini vogliamo invece riaffermare che ogni anno è l’anno buono per esporre il nostro simbolo più rappresentativo, per ricordare, onorare e rimarcare l’importanza dei valori tramandatici dai nostri veci. Fuori quindi quei tricolori, facciamo sì che tornino a garrire non solo in occasione di vittorie calcistiche”.

    MolisAlpino, Sez. Molise: EMILIANO STAFFIERI

    “Gli alpini di Roccaravindola, guidati dal capogruppo Fiorentino Castaldi, hanno reso omaggio al loro concittadino in armi, caporal maggiore scelto dei parà Emiliano Staffieri, ferito lo scorso agosto in Afghanistan e restituito, dopo lunga convalescenza, agli affetti familiari e alla quotidianità. Erano presenti il consigliere nazionale Salvatore Robustini e il presidente della sezione Molise, Sebastiano Martelli, che hanno voluto porgere, insieme a numerosi ospiti, tra i quali il presidente della Provincia di Isernia, Mazzuto, il presidente del consiglio provinciale Cicchino e i consiglieri provinciali Perno e Volpe, il loro sincero e caloroso bentornato ad Emiliano. Durante la cerimonia gli è stata consegnata una targa a testimonianza della sua eroica impresa”.

    Fruzons di plume, gr. San Giorgio di Nogaro Sez. Palmanova: CROCIFISSI IN MOSTRA

    “Molti sono i tratti culturali che, tramandati nel corso dei secoli, sono giunti ai giorni nostri. Tra questi deve essere sicuramente ricordata l’antica consuetudine cristiana di far indossare ai bambini, fin dal loro battesimo, una piccola medaglia in bronzo recante l’incisione di una croce come simbolo di fede e devozione. Allo scopo di far conoscere questa antica usanza, il nostro gruppo, in collaborazione con l’Associazione culturale Ad undecimum, ha organizzato una mostra di medaglie votive e crocifissi (circa 300) provenienti da diversi comuni della provincia di Udine, databili tra il XVI e il XIX secolo, di varie forme, caratterizzate da figure, immagini ed iscrizioni di carattere religioso”.

    Alpin dla bassa, Sez. Vercelli: IN AIUTO AI TERREMOTATI

    “Senza esitazione, i volontari della Protezione Civile del vercellese con il coordinamento regionale di Roberto Bertone, come sempre hanno risposto alle necessità drammatiche derivanti dal terremoto nel modenese, ferrarese e mantovano… Le penne nere volontarie con la loro capacità e abnegazione sono fondamentali in Emilia Romagna come lo sono state per gli altri terremoti. Tuttavia nel caso del sisma emiliano è altrettanto fondamentale il contributo finanziario di ciascuno di noi. Esso, con qualche euro, consentirà di avviare la ricostruzione di un apparato sociale ed economico irrinunciabile per la sua grande importanza nazionale”.

    Genova alpina, Sez. Genova: QUEGLI ALPINI DELLA JULIA…

    “Gli alpini li avevo conosciuti a Brindisi, nel gennaio del 1941, quando s’imbarcavano i complementi per l’Albania. E che tra loro e il mare vi fosse dell’incompatibilità, lo avevo compreso dai muli snelli con un orecchio sempre un po’ di traverso, come la penna del cappello… Gli alpini li avevo visti sul Golico, dove i proietti accendevano lampi, pestando geometricamente la cima… Li avevo visti sulle montagne dell’Albania, nelle postazioni, negli avamposti, nel fango e sulla neve, sotto la pioggia battente. Poi mi trovai un giorno ad essere sentinella sul piccolo molo del porto di Preveza. E mai avrei pensato di dover trovare gli alpini della Julia bianchi come la cera, denudati, senza vita, uno accanto all’altro, nel magazzino del 42° rgt. fanteria Modena, quando li ripescarono con le grosse reti dei pescherecci, dove era scomparsa, silurata, la nave Galilea che doveva riportarli in Italia…”.