Saranno ufficiali, forse alpini…

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    Cosa lega l’uomo alla montagna? “Il desiderio di trovare il silenzio, di stare a contatto con la natura, la voglia di superare se stessi…”. Rispondendo a questa domanda gli allievi del 223° e 224° Corso della Scuola militare “Nunziatella” di Napoli, comandata dal colonnello Bernardo Barbarotto, sono stati protagonisti di un’intensa attività addestrativa che li ha portati ad un graduale avvicinamento alla montagna.

     

    La “Nunziatella”, fondata nel 1787, è la scuola militare più antica d’Europa ed è stata frequentata da generazioni di allievi illustri, da Carlo Pisacane al Re d’Italia Vittorio Emanuele III, conquistando il primato di istituzione di élite ben oltre i confini della propria città. Il campo estivo si è svolto dal 10 al 23 giugno tra le splendide montagne del Tonale. Gli allievi, al comando del ten. col. Giuseppe Fiore e coordinati dal magg.

    Giovanni De Ienner, entrambi alpini, hanno risieduto per l’intero periodo presso la base logistico-addestrativa di Passo del Tonale (a quota 1880 metri). Giorno dopo giorno, i cadetti si sono calati nel ruolo del soldato “in azione” cimentandosi con i rudimenti dell’addestramento individuale, al combattimento, nell’applicazione pratica della topografia, in lezioni di tiro con armi individuali, nell’elisbarco e nella marcia in territorio montuoso.

    Tutte le attività svolte hanno avuto come scopo quello di educare gli allievi alla salvaguardia dell’ambiente, alla conoscenza dei pericoli nascosti della montagna e, grazie alla professionale collaborazione di un team di esperti del Comando Truppe alpine di Bolzano, quello di conoscere i metodi di ricerca e soccorso di persone travolte da valanga.

    Infatti, come ha detto il grande alpinista Reinhold Messner, che i cadetti hanno incontrato in occasione della visita al museo di Bolzano dedicato al binomio uomo-montagna: “Non basta prevedere tutto ciò che può accadere; la montagna vive, e conoscerla è come ampliare i propri confini”.

    “La montagna è una palestra di vita perché allena ad affrontare le sfide più ardue che incombono su ognuno di noi – ha detto uno dei cadetti al termine dell’esperienza al Tonale – ed a sopportare il proprio peso e quello dello zaino che più si sale e più pesa. La salita sembra interminabile e la discesa è molto faticosa, ma sono impagabili ed indescrivibili le emozioni che si provano quando si è in cima, ed allora si apprezza la montagna e si scopre la bellezza di conoscere se stessi”. Una verità che gli alpini sanno da sempre.