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Corsa… Di Gioia!

Nemmeno la pioggia battente, arrivata dopo tante belle giornate, è riuscita a rovinare il 42° campionato ANA di corsa in montagna individuale, svoltosi a Domodossola sui sentieri che fanno da cornice alla città e che si snodano nel Parco del Monte Calvario, eletto dall’Unesco a patrimonio mondiale dell’umanità.

Cantano una terra fiera

Il coro alpino Monte Nero della sezione di Cividale del Friuli conserva e tramanda attraverso il suo repertorio, frutto di ricerche che riprendono i brani originali, ciò che gli alpini e la gente di montagna in generale hanno dato all’Italia in maniera esemplare, in silenzio, con spirito di sacrificio, in guerra e in pace.

Cima Vallona

Caro direttore, rimango sconcertato e sgomento nell’apprendere che recentemente in alcuni paesi dell’Alto Adige è stato distribuito ed affisso da parte del partito Südtiroler Freiheit (di Eva Klotz&Co.) un manifesto bilingue (si può trovarlo in internet) che prospetta una rilettura di parte della storia legata alla strage di Cima Vallona, “chiedendo alla giustizia italiana di riaprire il processo di Firenze del 1971, e che siano pubblicamente riabilitate le persone tacciate di colpevolezza, nonostante l’assoluzione (a Vienna)”.

Una fiammella dal Don

“Un giorno la donna, di corsa come al solito, non tirò diritto ma si fermò davanti al “pope” dalla penna nera sul cappello: “Non so - gli disse sottovoce quasi temesse di farsi sentire - come mostrarti la mia riconoscenza per tutto il bene che fai alla nostra gente.

Capitano Quaquaraqua

Caro direttore, sono un alpino in congedo da 45 anni della provincia di Cuneo. Sono iscritto all’ANA da molti decenni per cui, con interesse ed affetto, leggo sempre la rivista L’Alpino.

Nella notte del 22 ottobre 2009 un fulmine si abbatté sulla torre campanaria della Cattedrale di Parma danneggiandone seriamente la cuspide e le stesse strutture sommitali e provocando un incendio. Anche l’Angiolén, l’angioletto della cuspide, è una copia posata lassù al posto dell’originale vecchio di otto secoli, corroso dalle intemperie e colpito dalle pallottole di un mitragliamento durante la seconda guerra mondiale. Inutile dire che per i parmigiani i danni al loro campanile storico hanno avuto l’effetto di un pugno nello stomaco.

La rivista Wars di Focus Storia sarà in edicola dal 15 novembre con un numero dedicato alla guerra in montagna, riservando buona parte delle pagine alle penne nere.

Sul colle che domina la città, il Doss Trento, al cospetto del monumentale mausoleo circolare di marmo bianco dove riposano le spoglie di Cesare Battisti, anche quest'anno, gli alpini della sezione di Trento si sono dati appuntamento lo scorso 12 luglio per ricordare, con solennità tutta alpina, il giorno della morte tragica della Medaglia d'Oro, legionario trentino e tenente del battaglione alpini Vicenza. Una corona è stata deposta davanti all'austero sepolcro, al cospetto del vessillo della Sezione con le sue Medaglie d'Oro… la prima di esse quella conferita, alla memoria, a Cesare Battisti, del quale gli alpini tengono vivo il ricordo.

Tre giorni di “Cadore”

Correva l’anno 1953 e, dopo ripetuti solleciti dell’intera comunità provinciale, Belluno poteva vedere coronato il sogno di una Unità alpina nelle sue caserme, ovvero la nascita della brigata “Cadore”, che sarebbe poi stata sciolta nel 1997.

Due giorni di festa a Borgo San Dalmazzo per l’80° del Gruppo, abbinato al terzo raduno degli alpini delle valli occitane, i 140 anni di costituzione della prima Compagnia di alpini avvenuta nel 1873 e i 70 anni del rientro del btg. “Borgo San Dalmazzo” dalla tragica Campagna di Russia. Il sabato pomeriggio è arrivata al monumento dedicato ai Caduti la staffetta partita dal Santuario di San Maurizio di Cervasca; a sera concerto della corale “Reiss” e relazione del prof. Mario Bruno che ha presentato il suo libro “Il battaglione alpini Saluzzo”.

Come un miraggio – dopo centinaia di chilometri combattendo all’indietro – dev’essere apparso alle migliaia di alpini il terrapieno della ferrovia che chiudeva l’orizzonte della pianura trasformata in un inferno bianco e che alla fine della giornata sarà macchiata di rosso e costellata da migliaia di corpi che la neve avrebbe presto coperto. E poi quei sottopassi al di là dei quali c’era la salvezza, il diaframma tra la morte e la vita. Poco dopo, un fiume e un ponte sul fiume Valuj, l’assalto di quei fortunati passati dalle forche caudine, a quella poco più che passerella che era la fine della lunga marcia nella tormenta, delle mitragliate nemiche, delle cannonate dei carri armati. La baita ora era qualcosa di più d’un sogno disperato.

Il bene del fare

È una terra antichissima. Se montagne, pietre e campanili potessero parlare, racconterebbero di civiltà leggendarie, mestieri dimenticati, edifici adibiti a culti pagani risalenti all’età del bronzo poi distrutti e risorti come chiese dedicate alla cristianità. È la Valcamonica. Nel mezzo, quel piccolo paese chiamato Cividate Camuno, fu Civitas Camunnorum.

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Nato ad Aosta il 20 gennaio 1997 è dottore commercialista, iscritto anche all’albo degli esperti contabili della Valle d’Aosta e ha l’abilitazione alla professione...

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