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Archivio

Per la prima volta la vita e le azioni di tre partigiani della brigata Osoppo vengono analizzate alla luce di preziosi e inediti documenti d’archivio. La vita e la personalità di tre friulani ventenni che seppero combattere quando era necessario, pagando anche con la vita la dedizione al proprio ideale di libertà.

DALLA VALLE PO AL DON

L’autore, cuneese, appassionato di storia locale e militare, ha raccolto informazioni sul secondo conflitto mondiale anche grazie alle testimonianze di ex combattenti, una parte delle quali è raccolta in questo volume. Un omaggio alla comunità locale - perché in ogni Comune della provincia di Cuneo c’è una lapide con decine o centinaia di nomi di dispersi in Russia – reso attraverso la ricostruzione della vicenda personale di Ferdinando Chiabrando, uno dei pochi alpini della Cuneense tornato a baita.

Vorrei aiutarvi ad aiutare

Mi chiamo Laura, ho 21 anni e studio all’Università di Torino. Vi scrivo semplicemente per ringraziare gli alpini per il bellissimo evento che organizzano ogni anno: il ritrovo dei Babbi Natale! Purtroppo non ho mai partecipato direttamente, ma sono molto vicina all’evento per una doppia ragione. In primis, anche io sono stata ricoverata al Regina Margherita quando avevo 12 anni, per un brutto male. Restai in ospedale nel periodo natalizio, e fu davvero un momento buio che ricordo con timore ma anche con l’orgoglio silenzioso di chi ce l’ha fatta.

Tanti ricordi e molti fatti

Ho letto L’Alpino di ottobre con la tua bellissima relazione su “Operazione asilo Sorriso a Rossosch” – 20 anni in amicizia”: bravo, bravissimo! Sei efficace e mi hai coinvolto profondamente in quei ricordi. Ho rivissuto ogni fase, fin dal primo approccio con Morozov 1990, quando con Caprioli e Grossi verificammo, in un breve blitz esplorativo, la completa agibilità dell’asta del Don già occupata dal nostro Corpo d’armata Alpino, da Karabut a Nowa Kalitwa, che ovviamente era per me la zona più toccante e pregna di ricordi incredibili, ma accaduti.

LA GUERRA DI MINE

La tecnica di “scavare” sotto i piedi del nemico per farlo crollare è stata sfruttata dal III secolo a.C. in avanti, anche se è diventata una componente importante nella guerra moderna, con l’impiego degli esplosivi. Va tuttavia detto che, per rilevanti che siano stati gli episodi sui due fronti, occidentale e orientale, non hanno in alcun caso costituito elemento determinante per le sorti del conflitto. Questo interessante volume, scritto dal generale del Genio aeronautico Basilio Di Martino documenta questa guerra sotterranea costata migliaia di vite.

Educare il cuore

Gentile Direttore, mi permetto di scriverle per comunicarle con entusiasmo quanto hanno fatto gli alpini per il paesino di cui sono parroco. In data 9 novembre, infatti, nella piccola chiesa parrocchiale, il coro sezionale ANA “Monte Saccarello” ha tenuto un bellissimo concerto-spettacolo in ricordo dei caduti di Oliveto. Durante il concerto, l’esecuzione di brani tratti dal repertorio alpino relativo alla guerra di Libia e alle due guerre mondiali, si è alternato alla lettura di testimonianze originali (lettere di guerra e pagine di Rigoni Stern).

In breve – gennaio 2014

Notizie in breve.

Caro don Bruno, sono l’alpino Padre Roda: dopo 22 anni di Brasile sono tornato in Italia per gravi motivi di salute. Quest’anno, dopo tanti anni, ho potuto partecipare all’Adunata nazionale a Piacenza. È stata un’esperienza bellissima, ho potuto respirare quell’aria di alpinità che anche da lontano non mi è mai mancata.

Un socio originale

Egregio direttore, sono un capogruppo, e un mio socio mi ha chiesto: “Se l'ANA è apolitica e apartitica posso avere il bollino anche se sono molto contrario a quella specie di missione di pace in Afghanistan? Posso avere il bollino anche se sono contrario all'invio del libro verde? Gesù diceva di far del bene in silenzio e umiltà. Posso avere il bollino anche se sono contrario a interventi all'estero? (tipo il ponte da ricostruire a Rossosch).

49 SFUMATURE IN GRIGIO VERDE

Quarant’anni di servizio militare, dal tempo dell’Accademia al congedo. E, in mezzo, la vita in 49 “sfumature in grigio verde”, tanti sono i racconti autobiografici del generale degli Alpini Villi Lenzini. Non ci si annoia, nella lettura, anche perché la prosa è molto fluida, effervescente ed i racconti sono divertenti, a volte amari, spesso critici e pungenti. Ma, come nota Toni Capuozzo nella sua bella prefazione, i suoi suggerimenti sono fatti per costruire e non per distruggere. A Lenzini non vanno certi politici che non hanno il senso dello Stato e non ha timore a scriverlo; ha un grande senso dell’onore e del dovere, del sacrificio e del rispetto e ama la sua vita con le stellette. Non ha rimpianti, ricordi sì, tanti.

La guerra sui social network continua quotidianamente senza esclusione di colpi per nessuno. Ma c’è un limite a tutto dettato dalla ragione del buon senso per un utilizzo serio. È anche vero che la natura umana è limitata e sempre più incuriosita verso le novità ma, come dice giustamente Lei, ci vuole il senso della misura per tenere sotto controllo certi fenomeni.

Un uomo maiuscolo

Caro Bruno, leggendo la lettera “Capitano quaquaraqua” su L’Alpino di novembre, mi sono sentito in dovere di scrivere quello che è successo a me. Alpino del 1°/69, btg. Saluzzo, 4ª Compagnia, caserma Fiore, borgo San Dalmazzo (da Bra e da Torino).

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