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Un vademecum di dati statistici, curiosità, aneddoti, biografie, ricostruzioni di alcuni combattimenti. E di donne in guerra. La lettura di questo volumetto, agile e senza fronzoli, aiuta a capire le caratteristiche e le dimensioni del conflitto, senza utilizzare luoghi comuni e senza pregiudizi. Molto utile l’indice per argomenti che apre il libro. |
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«A differenza di tutte le altre guerre quelle afgane diventano serie solo nel momento in cui sono finite». Quella dell’Afghanistan è una storia di guerra. Nessuno straniero è stato in grado di conquistarlo, nessun esercito, anche il più moderno, è riuscito ad avere la meglio sui guerrieri afgani. Nemici esterni, ma soprattutto guerre civili e rivolte hanno segnato la storia di questo Paese nel corso dei secoli minandone la struttura sociale ed economica e relegandolo tra i più poveri del mondo. Dopo l’11 settembre 2001 e l’attentato terroristico alle Twin Towers di New York, l’Afghanistan è tornato al centro della storia. Ed è stata nuovamente la guerra. Questa volta condotta dall’America, attraverso l’operazione Enduring Freedom alla quale si è aggiunta un’altra missione, l’International Security Assistance Force (Isaf), sostenuta da decine di nazioni con uomini, strumenti e mezzi. |
Caro direttore, per poter partecipare all’Adunata a L’Aquila, un mese prima dell’evento, mi sono recato in Abruzzo per cercare un posto dove alloggiare. Avevo con me due persone da contattare. Sono ancora commosso per quanto si sono date da fare per poter soddisfare le esigenze del mio Gruppo. Oltre ad avermi trovato uno splendido posto, la prima mi ha portato a conoscere L’Aquila per l’intero pomeriggio, la seconda mi ha messo a disposizione un capannone a Paganica, dove ci siamo fermati, dopo averci fatto conoscere il paese terremotato e i dintorni, malgrado fosse oberato dagli impegni.
«Portategli il vostro sincero rimpianto, portategli il vostro ricordo soltanto, che sappiano loro che sono partiti che noi tutti noi siam rimasti feriti. Portategli il vostro sincero rimpianto, portategli il vostro ricordo soltanto, che sappiano loro che sono partiti; che noi, tutti noi, siam rimasti feriti. Portategli i fiori, portategli il sole, un bacio di donna, un ricordo d’amore. Chi sa maledire o chi sa pregare quei quattro ragazzi dovrà ricordare. Voglio saper se la mano assassina che ha mosso la terra, che ha messo la mina, sa stringere un’altra, se sa accarezzare se quella d’un uomo può ancora sembrare».
Gentilissimo direttore, sono Massimo Gotti, Capogruppo degli alpini di Sedrina-Botta, Sezione di Bergamo; vorrei raccontare un fatto accaduto durante l’ultima Adunata nazionale. Purtroppo il sabato antecedente all’Adunata un mio alpino ha perso una notevole somma di denaro che doveva essere donata al Gruppo alpini de L’Aquila.
La foto di pag. 15 del numero di giugno non ci voleva proprio! E così, ancora si riapre la piaga della Grande Guerra con tutti i suoi mali e depravazioni: fucilazioni, vendette, assassinii, stupri, vergogne innominabili...
Sono trascorsi sei anni da quando il Dipartimento nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha istituito “Anch’io sono la Protezione Civile”, un progetto di formazione e di diffusione della cultura della Protezione Civile. L’attività rivolta agli alunni con un’età compresa tra i 10 e i 17 anni trova sempre maggiore consenso. Anche in ambito associativo c’è stata una progressione nel numero dei cosiddetti “campi scuola”.
L’estate è per gli alpini tempo di rigenerazione. Se l’inverno è evocativo di vicende epiche, vissute su cime invincibili o nella steppa russa, quelle che il beato Carlo Gnocchi definì quasi una epopea biblica, la bella stagione dà respiro alla memoria, coinvolgendo e contagiando del nostro spirito migliaia e migliaia di persone, attratte dai riti della nostra presenza. E quasi sempre si tratta di commemorazioni celebrate nei sacrari a cielo aperto, quelli delle nostre montagne, dove gli alpini hanno scritto la loro storia e dove il linguaggio della natura racconta, con il tanto non detto dei suoi silenzi, il bisogno di grandezze che fiorisce dall’animo. Montagna e storia, fatica e conquista, concretezza e trascendenza…
Tre giorni di eventi in un clima di sana allegria per celebrare i 60 anni di fondazione del Gruppo di Roncade, festeggiati con tutta la comunità, partecipe ed entusiasta. Tanti gli appuntamenti collaterali: la serata di teatro con la rappresentazione dei “Diari dal ghiaccio”, tratti dal diario del cap. Giuseppe Oniga Farra, conte di Roncade, già Capogruppo e la rassegna di cori e la mostra fotografica “Il trevigiano nella Grande Guerra”, per ricordare, soprattutto ai più giovani, le sofferenze della Guerra.
È stato un viaggio nel tempo, quello organizzato dalla Sezione di Verona in collaborazione con l’85º Reggimento Addestramento Volontari “Verona”. La visita guidata all’Ecomuseo delle trincee della Lessinia ha permesso di toccare con mano quel che è stata la Grande Guerra, cento anni fa. Accompagnati dal capitano Pierluigi Signor, un centinaio di volontari in ferma annuale del primo blocco 2015, hanno ascoltato le spiegazioni di Flavio Melotti, consigliere della Sezione veronese e ideatore del progetto di recupero dell’ecomuseo.
In occasione della Festa della Repubblica 2015, io e la mia fidanzata abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno nel soggiorno alpino di Costalovara, la struttura alberghiera situata sull’altipiano del Renon, sopra Bolzano. Così, il 1º giugno decidiamo di far visita alla caserma che mi aveva visto giovane alpino in divisa (quanti ricordi) e di passare dal Comando Truppe Alpine per lasciare un crest al Comandante, gen. C.A. Federico Bonato.
Buon giorno direttore, sono il Capogruppo degli alpini di Vedelago, Sezione di Treviso. Domenica 12 luglio abbiamo partecipato al raduno annuale sull’Ortigara, giornata splendida sia sotto il profilo meteo che della partecipazione.