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Il Trentino, posto al centro dell’arco alpino meridionale, è sempre stato uno degli assi principali di comunicazione e transito per l’Europa centrale e il bacino del Mediterraneo. Per questo motivo, quando divenne territorio di confine fra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico, subì una densa fortificazione con opere di sbarramento e di controllo, collocate in diversi punti strategici che portò alla nascita di circa 80 fortezze.
È la neve. Regna sovrana. È silenziosa, tagliata appena dallo sfrigolante scorrere degli sci. Toglie il fiato se il vento o le pale di un elicottero la sollevano turbinosa. Ti accieca quando il sole la fa splendere. Ti affascina quando il cielo blu le regala la più incredibile delle cornici. È la neve a dare spessore alla settantesima edizione dei Ca.STA, i Campionati sciistici delle Truppe Alpine, in scena nel comprensorio della Via Lattea, con base a Sestriere, in Piemonte, dal 5 al 10 marzo.
Sono uno di coloro che, nonostante i periodici rimproveri su L’Alpino, si ostinano a sfilare con la Smalp, dove sono stati “forgiati” da sei indimenticabili mesi di corso, piuttosto che con la Sezione di appartenenza.
Quando arriva L’Alpino è una festa. Un grazie a tutta la redazione. Bruno, la tua onestà intellettuale ti farà restare “don”. Ma va bene così, intendiamoci. A proposito del Tricolore italiano con la stella rossa al centro, posso dire anch’io, però come l’alunno dell’ultimo banco, che quelle bandiere io le ho proprio viste sfilare (avevo sei anni) qui per Gorizia, nel 1945 ed erano le bandiere dei partigiani italiani della zona, per la maggior parte comunisti e socialisti, che vagheggiavano la Venezia Giulia come 7ª Repubblica federativa della Jugoslavia.
Ho letto l’articolo “Una precisazione sulla Garibaldi” su L’Alpino di gennaio scritto da Carlo Danda. Il comandante della Garibaldi, il futuro gen. Carlo Ravnich è stato il primo comandante della appena costituita brigata Cadore a Belluno alla quale fui assegnato (6º da montagna) come giovanissimo ufficiale nel dicembre del 1952.
I bambini di IV e V delle scuole primarie di Pietramurata e Sarche hanno visitato la caserma del Genio guastatori di Trento, in compagnia degli alpini del Gruppo Monte Casale con il Capogruppo Gino Chemolli. Li ha ricevuti il colonnello Gaetano Celestre ed assieme ad un gruppo di militari, hanno partecipato alla cerimonia dell’alzabandiera cantando l’Inno di Mameli. Poi si sono trasferiti nella sala conferenze dove un sottufficiale ha spiegato che la caserma è una piccola città, dove si vive e si lavora.
Nella sede del Gruppo di Gattinara si è svolta una cerimonia insolita, resa possibile dalla collaborazione con il Gruppo di Romagnano Sesia, alla presenza dei Capigruppo Romeo Forti e Danilo Zambano. È stata infatti rimessa, sul cappello alpino dello scomparso capitano Angelo Rossi, la penna che era andata perduta molto tempo fa.
A mio figlio Ettore che ha quattro anni e frequenta la scuola materna gli è stato chiesto dalla maestra che lavoro fa il nonno. Ettore ha risposto: “Fa due lavoli. Giusta i ascensoli e… fa l’alpino!”. Mi è parso bello segnarvelo perché non c’è di meglio degli occhi e del cuore di un bambino per vedere e capire la realtà.
In occasione di una delle assemblee annuali dei nostri Gruppi, mi ha colpito una lettera che i ragazzi della “Fondazione Exodus” di don Antonio Mazzi, hanno inviato agli amici di Bossico, per una serie di interventi realizzati dagli alpini del Gruppo negli anni 2016/2017 all’Isola d’Elba. Ho cercato di approfondire l’argomento e ho scoperto, con mia grande sorpresa, che i “nostri” hanno partecipato, in gruppo e nel silenzio, a ben 11 spedizioni per un totale di 2.817 ore di lavoro, finalizzate al completamento di un Centro di aggregazione, fondamentale per il percorso di riabilitazione di ragazzi in difficoltà.
Mentre stendo queste riflessioni, la cronaca ci consegna le note amare dello scandalo Facebook, dopo che il colosso web ha ceduto i dati privati di cinquanta milioni di navigatori. Persone ignare del fatto d’essere finite nelle spire del mercato e dei manipolatori di consenso politico. Una frontiera, quella dei partiti, entrata più di recente in questa perversa strategia, ma già in grado di orientare le consultazioni elettorali servendosi del digitale. Basta elogiare o denigrare sul web in maniera mirata per spostare milioni di voti. Alla faccia della democrazia!
Non sono affatto d’accordo con quanto scrivi nell’editoriale di marzo “In attesa del nuovo Governo”. A parte il chiaro orientamento a favore di partiti che non hanno nel loro dettato la parola onestà, credo che più che non sapercene fare di onesti ma incompetenti dovremmo temere i competenti ma disonesti.
Di questi tempi gli alpini usano sfidarsi sulla neve per divertimento, attrezzati di tutto punto, giustamente applauditi, ammirati ed invidiati. Un secolo fa, su queste nevi dell’alta Valle Camonica, non c’era spazio per il divertimento, qui si combatteva. Lo si faceva per avanzare e sottrarre postazioni al nemico, consapevoli del rischio. Erano gli alpini skiatori, temuti dagli austriaci che li avevano ribattezzati “le tigri bianche”.