TRENTO – Un giorno in caserma

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    I bambini di IV e V delle scuole primarie di Pietramurata e Sarche hanno visitato la caserma del Genio guastatori di Trento, in compagnia degli alpini del Gruppo Monte Casale con il Capogruppo Gino Chemolli. Li ha ricevuti il colonnello Gaetano Celestre ed assieme ad un gruppo di militari, hanno partecipato alla cerimonia dell’alzabandiera cantando l’Inno di Mameli. Poi si sono trasferiti nella sala conferenze dove un sottufficiale ha spiegato che la caserma è una piccola città, dove si vive e si lavora. 

    Tutti i giorni i militari si esercitano e si allenano per essere competenti e pronti nelle missioni in cui viene richiesto il loro intervento. Con l’ausilio di foto e video hanno mostrato il lavoro di addestramento e gli interventi operativi di un militare alpino: i soccorsi del dopo terremoto di Haiti, la ricostruzione di un ponte distrutto nella Repubblica Centro Africana, gli aiuti alle popolazioni del Veneto dopo le alluvioni e ai terremotati in Centro Italia, la distruzione di grossi massi nei sentieri del Trentino, il contributo prezioso nel disinnescare le bombe che ancora si trovano sul nostro territorio, luogo in cui durante le due guerre ci furono migliaia di vittime.

    Hanno visitato inoltre i mezzi speciali in loro dotazione: camion con gru, scavatori, gommoni, ecc. e visto e provato parte del loro equipaggiamento: stazioni radio Prr, maschere antigas, sci con pelle di foca, imbragature, corde e moschettoni per arrampicata, strumenti utili per il ritrovamento delle persone disperse sotto le valanghe (Pieps). In un’altra area della caserma, all’interno di un piccolo boschetto, è stato allestito un finto campo minato. Lì alcuni militari hanno mostrato come sono fatte le mine antiuomo, che in passato erano in dotazione all’Esercito Italiano (bandite in seguito dalla nostra nazione dopo il Trattato di Ottawa del 1994) e le sonde e i metal detector che utilizzano per trovarle e disinnescarle.

    Con un breve trasferimento in pullman hanno poi visitato le Gallerie di Piedicastello di Trento dove era allestita la mostra “Gli Spostati”: fotografie, oggetti, racconti che hanno permesso di conoscere la storia di 100mila trentini che durante la Prima Guerra Mondiale furono costrette a “sfollare” in modo drammatico, di fretta e senza alcuna volontà dalle proprie abitazioni verso l’interno dell’Impero austro-ungarico e verso le zone più meridionali del Regno. Fu un evento così irragionevole, che trascinò queste persone in luoghi lontani: divisi, smarriti, smunti, pallidi, additati con il nome di “profughi” e costretti a vivere nei campi profughi (le famose città di legno).

    Chi riuscì a sopravvivere e, una volta terminata la guerra, a far ritorno nel proprio paese non trovò nulla se non miseria, case bruciate o ridotte a “cumuli di sassi e calce”. Fra tutti gli oggetti che accompagnarono i trentini nel loro esilio, uno si mostra più degli altri: il baule. Perché chi poté averlo con sé vi sistemò le poche cose sue e dei suoi cari, lo tenne in gran conto durante l’esilio in terra straniera e lo conservò fino al giorno del rimpatrio. Un grazie di cuore al Capogruppo che con il suo instancabile lavoro e la collaborazione dei suoi alpini ha reso possibile la riuscita di questa gita.

    Gli alunni e i docenti classi IV e V
    della Scuola Primaria di Pietramurata e di Sarche