Non solo manualità

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    In occasione di una delle assemblee annuali dei nostri Gruppi, mi ha colpito una lettera che i ragazzi della “Fondazione Exodus” di don Antonio Mazzi, hanno inviato agli amici di Bossico, per una serie di interventi realizzati dagli alpini del Gruppo negli anni 2016/2017 all’Isola d’Elba. Ho cercato di approfondire l’argomento e ho scoperto, con mia grande sorpresa, che i “nostri” hanno partecipato, in gruppo e nel silenzio, a ben 11 spedizioni per un totale di 2.817 ore di lavoro, finalizzate al completamento di un Centro di aggregazione, fondamentale per il percorso di riabilitazione di ragazzi in difficoltà. 

    Don Mazzi, come ben si sa, è impegnato nel difficile campo del recupero delle tossicodipendenze, e la nostra Associazione ha dimostrato, in questo caso, di essere presente non solo nei casi di calamità naturale visibili a tutti, ma anche a tanti meno noti alla collettività e che non vengono mai portati a conoscenza dai mezzi di informazione di massa. La lettera che i ragazzi ci hanno trasmesso, credo sia la più bella soddisfazione che si possa vivere: “Siamo riusciti a far rinascere nei nostri ragazzi, che hanno avuto la sfortuna di finire in un vortice che tutto assorbe e spersonalizza, la voglia di rialzare la testa e dire ci sono e voglio essere ancora un protagonista”.

    Bernardo Carrara, Sezione di Bergamo

    Solo una lettura banale di ciò che fanno gli alpini può far pensare che la loro opera si esaurisca nella loro pur apprezzabile manualità. In realtà, la loro frequentazione lascia sempre in bocca il sapore di qualcosa che non si trova più in tanta parte della società. La loro semplicità, bonomia, e disponibilità sono carte che anche i giovani avvertono come preziose per giocare la partita della vita.