Obbedire

    0
    30

    Non mi hai proprio convinto nella risposta alla lettera di Federico Valle, nel numero di settembre de L’Alpino (sull’impegno della Taurinense in Val di Susa, n.d.r.): ad atti di guerra lo Stato ha il dovere di rispondere con l’impiego del meglio delle sue forze. Lo stato è sovrano ed ogni sua decisione va rispettata e basta, a prescindere dal governo in carica anche se non ci piace. L’Alpino non dovrebbe prendere certe posizioni, poiché sicuramente molti alpini non sono d’accordo sull’inopportunità del loro impiego. Per molti sicuramente è importante difendere la – non mi piace usare la parola – Patria. O forse non si comprende la gravità dei modi di protesta attuati? Il fatto è che in Italia forse oggi, grandi e piccoli, ritengono un optional la parola “obbedire”.

    Massimo Tessitore

    Non condividere le opinioni degli altri è più che legittimo e sull’autorità dello stato trovi una porta aperta. Si obbedisce. Questo non significa che non si possa manifestare un’opinione non in linea con chi ha il compito di decidere. L’abbiamo fatto quando il parlamento ha sospeso la leva obbligatoria – il governo era di segno opposto a quello attuale – lo faremo tutte le volte che riterremo inopportune le decisioni che in qualche modo toccano la continuità e il prestigio degli alpini.

    Resto fermo nel ribadire l’inopportunità di impiegare 150 nostri militari in Val Susa. È un’opinione mia, me ne assumo la responsabilità e spiego alcune ragioni: 1°, gli alpini sono soldati preparati professionalmente per impieghi diversi dalla guerriglia urbana nostrana.

    Per queste attività abbiamo centinaia di migliaia di professionisti. 2°, quei militari, o una parte di loro, hanno alle spalle esperienze in missioni che lasciano il segno e hanno bisogno dei tempi necessari per recuperare la loro serenità interiore e non ad essere svillaneggiati. 3°, la presenza di alpini in Val Susa mal si concilia con una controversia fortemente connotata politicamente e quindi necessariamente soggetta a provocazioni e insulti denigratori, com’è capitato. 4°, anche l’ANA, suo malgrado, si è trovata coinvolta pesantemente nella vicenda, con qualche lacerazione che lascia inevitabilmente degli strascichi.

    Concludo: lo Stato ha deciso e tutti hanno obbedito, benissimo. Possiamo come cittadini manifestare la nostra perplessità e il dubbio che il gioco non valesse la candela?