Missione compiuta

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    Missione compiuta. Luca ha la sua nuova casa, unica in Italia, in cui potrà vivere assistito dalle più moderne tecnologie domotiche. Era un impegno che avevamo assunto non appena ci era giunta la richiesta della madre di Luca: “Abitiamo al terzo piano di una casa senza ascensore: come faremo?”. Era un peso economico difficile da sostenere, ma noi sapevamo di avere un serbatoio: quello degli alpini e quello della gente che ci conosce e sa che i soldi dati all’Associazione non spariscono, ma sono impiegati bene e ne rendiamo conto. Abbiamo fatto così anche con le trentatré case costruite a Fossa, in Abruzzo.

    Noi, da parte nostra, ci siamo assunti l’impegno e la responsabilità di portare a termine quanto promesso. Non lo facciamo per noi, ma per la nostra amata Italia, e vorremmo vederla crescere a fianco delle altre nazioni: di tutto questo sentiamo la responsabilità del servizio agli altri e del senso del dovere, ma nel momento tanto difficile che stiamo attraversando vorremmo che fosse anche responsabilità di tutti.

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    La responsabilità: una delle tre parole che costituivano il motto dell’Adunata di Bolzano. Le altre erano amicizia e fratellanza. Perché se non si è amici, se non si è fratelli, come potremmo mai assumerci delle responsabilità? L’abbiamo imparata dai nostri Padri, che l’hanno esercitata prima in trincea e poi nelle Sezioni e nei Gruppi. Si traduce in solidarietà e valori che abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni, aperti alla società, in simbiosi con le figure a noi più vicine: i sindaci, che sono gli unici a sfilare con noi anche se non alpini. Perché quella fascia tricolore che portano rappresenta l’Italia e quanti hanno dato la vita per costruirla.

    Ecco perché in ogni nostra manifestazione, grande o piccola che sia, viene riservato un momento importante al ricordo e alla riconoscenza ai Caduti. Ma il rispetto della storia e delle nostre radici, non ci impedisce di guardare al presente ed al futuro. Non si vive di solo passato. Abbiamo molto sofferto quando è stato sospeso il servizio di leva: pensavamo che i nuovi alpini sarebbero cambiati, che non sarebbero stati come noi, plasmati per tutta la vita da quei 12-15 mesi di naja alpina. Invece abbiamo capito che questi bocia sono degni della storia dei nostri Padri: non li abbiamo persi per strada, la famiglia è sempre quella. Sono giovani capaci di assumersi le loro responsabilità. “Noi dopo di voi”, è la promessa che ci hanno fatto: nelle caserme, nelle sezioni e nei gruppi, fra gli amici degli alpini.

    Ce ne sono tanti di questi giovani che ci sono vicini anche se non indossano la divisa. Abbiamo il dovere di portarli con noi, anche se non potranno mai avere il cappello, per quello che hanno nella mente e nel cuore: i nostri stessi valori. Ne abbiamo visti tanti, anche a Bolzano, applaudire al nostro passaggio, al passaggio degli alpini in armi. Resterà nella storia questa Adunata che non aveva niente di scontato e qualche incognita. Poi abbiamo sentito il calore della gente, abbiamo visto cittadini di lingua italiana e tedesca far festa con noi, partecipare alla nostra gioia.

    Ci siamo capiti e abbiamo capito che stiamo bene insieme. Il presidente della Provincia autonoma Luis Durnwalder, ha affermato: “Siamo pronti a rifarla”. Il Dolomiten, il più diffuso quotidiano in lingua tedesca dell’Alto Adige, il lunedì titolava: “La bella festa è ora una pagina di storia”, e soprattutto: “Abbiamo festeggiato valori comuni”. È nato un nuovo rapporto di convivenza in questa meravigliosa provincia. Gli alpini hanno avuto questo merito grazie alla cosa migliore che potevamo offrire e ricevere: l’amicizia.

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    Concludo con un pensiero al presente, che ci riporta – come se non bastassero le emergenze di altro tipo che ci affliggono – alla tragedia del terremoto in Emilia Romagna. Centinaia di nostri volontari sono accorsi con la Colonna Mobile ANA e al seguito delle colonne regionali dell’Emilia, Friuli, Veneto e Trentino. Altre centinaia sono mobilitati, per assicurare il cambio e garantire la continuità dell’assistenza. Ancora una volta gli alpini faranno la loro parte.

    Corrado Perona