Leva sospesa, l’Italia moralmente più povera

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    Alla Camera il varo definitivo della legge con i voti di maggioranza e opposizione Salvo l’8° reggimento di Cividale Incentivi per gli alpini, le cui caserme esistenti resteranno aperte

    La difesa della Patria “è un sacro dovere del cittadino”, recita, o meglio recitava, l’articolo 52 della Costituzione. Ora non è più così. Perché la difesa della patria è diventata un optional e tocca solo ai volontari, a coloro che lo fanno per professione, oltretutto mal pagati.
    Giovedì 29 luglio la Camera ha definitivamente varato la legge che sospende la leva (potrà essere ripristinata nel malaugurato caso di una guerra). L’ultimo giovane partirà per il servizio di leva il 31 dicembre 2004. Dal 1° gennaio 2005 la leva sarà sospesa.

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    LA STORIA
    La leva fu istituita nel 1861 con l’Unità d’Italia. Durava dai 4 ai 5 anni. Non fu proprio un successo popolare, perché nei soli primi due anni i disertori furono 25.000. Un fenomeno – soprattutto nelle regioni meridionali dove veniva a mancare una indispensabile manodopera alle famiglie – che alimentò il brigantaggio.
    Nel secondo dopoguerra la leva fu portata a 18 mesi poi a 12 e infine a 10.
    Con il riconoscimento del diritto di obiezione di coscienza gli obiettori – che prima rischiavano il carcere – vennero …istituzionalizzati e dirottati al servizio civile, nato nel 1972 e finanziato dal Ministero della Difesa.
    A metà degli anni 90 gli obiettori erano addirittura 90.000 all’anno: soltanto una piccola parte veniva collocata nei servizi civili.
    Proprio in quel periodo contro il servizio di leva si formò uno schieramento politico trasversale: fu l’allora presidente del Senato Scognamiglio a definirla una “tassa” che i giovani non vogliono più pagare. La tassa divento un “cuneo” fra la scuola e il mondo del lavoro. Si iniziò a parlare di modifica costituzionale dell’articolo 52, quindi di abolizione della leva.
    Il penultimo atto è stato il cosiddetto nuovo modello di difesa. Nel 1999 è nato l’esercito professionale fra carenze di organici, ristrettezze di bilancio, strutture inadeguate, armamenti obsoleti. Ma i politici erano contenti e per la prima volta, alcuni reparti furono inviati all’estero in missioni di pace. Erano ancora formati da soldati di leva (in Libano, in Mozambico, in Albania) che si comportavano egregiamente.

    L’ANA
    L’Associazione Nazionale Alpini si è molto battuta per il mantenimento della leva. Clamorosa, il 17 ottobre 2000, la protesta davanti al Senato dove veniva votata la sospensione dell’articolo 52 della costituzione e, conseguentemente, la sospensione della leva.
    Non si contano le calate a Roma dell’allora presidente Parazzini, del suo vicario Corrado Perona, oggi presidente nazionale, accompagnati dai consiglieri nazionali. Così come sono stati numerosi i contatti con esponenti politici, con la commissione Difesa di Camera e Senato e con la Stato Maggiore dell’Esercito.
    L’ANA ha sempre sostenuto la necessità di mantenere la leva accanto ai professionisti: l’unico modo per salvaguardare tradizione e valori che sono il fondamento non solo dell’Esercito ma della stessa società civile.

    VIA LA LEVA
    L’ultimo atto avviene giovedì 29 luglio. La Camera, in seconda battuta, approva la sospensione della leva con un voto che vede unite maggioranza e opposizione: 433 sì, 17 no e 7 astenuti (verdi e rifondazione comunista). Secondo la nuova legge, i giovani che presteranno servizio di un anno come VFA potranno accedere ai concorsi per l’arruolamento nella polizia, nei carabinieri, nella guardia di finanza, nei vigili del fuoco e nelle guardie forestali. Percepiranno 850 euro (lordi) per i primi tre mesi, poi 980 euro. Ma sin d’ora ci sono proteste per l’esclusione da questi concorsi di quanti non hanno svolto servizio militare.
    Oggi i professionisti sono 61.000: saranno portati a 73.000 (stipendio 1260 euro) per colmare almeno in parte il buco di 25.000 uomini esistente all’interno della forza armata.

    GLI ALPINI
    L’articolo 10 della nuova legge prevede che per gli alpini – considerati una forza di eccellenza nell’ambito dell’Esercito – ci siano incentivi: 10 in più di stipendio e mantenimento delle caserme che attualmente ospitano reparti alpini. In queste caserme verrà tenuto in vita almeno un comando per dare modo ai giovani delle regioni tradizionalmente alpine di poter fare il servizio militare negli alpini.
    Un felice colpo di mano dei deputati del Friuli Venezia Giulia ha consentito il mantenimento dell’8 reggimento Alpini a Cividale del Friuli: hanno presentato un ordine del giorno, approvato contro il parere della maggioranza di governo (tra la quale c’erano molte assenze), che ha consentito al glorioso 8° non solo di continuare a esistere ma anche di non lasciare la caserma di Cividale.

    CONTRACCOLPO
    Il contraccolpo dell’abolizione della leva riguarda anche il servizio civile. Quello istituito nel ‘72 langue da tempo e le varie associazioni che usufruivano degli obiettori si trovano in gravi difficoltà. Neanche i loro responsabili avrebbero immaginato che la sospensione della tanto avversata leva, avrebbe avuto conseguenze così drammatiche anche per loro.
    Troppa grazia?