Legalità, valore civico e impegno associativo

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    Indelebile rimarrà il ricordo del mio giuramento: intere giornate di addestramento formale, alla ricerca della perfezione che avremo dovuto pubblicamente mostrare, urlando all’unisono il solenne impegno di fedeltà alla Patria. Quel “lo giuro!” convintamente gridato, ci trasformava in militari ad ogni effetto e soprattutto ci rendeva alpini: da allora le mostrine verdi presero il posto delle stellette sui baveri delle nostre giacche.

    Ma, al di là della formalità e dell’emozione del momento, il giuramento ha lasciato in noi qualcosa di più: promettendo solennemente di difendere la Costituzione e le Leggi, abbiamo accettato di divenire promotori della legalità e dei principi sanciti nella nostra Carta costituzionale. La legalità, ossia il rispetto delle regole, è senza dubbio uno dei più forti e sostanziali valori del nostro modo d’essere alpini, in armi e in congedo.

    Il filosofo danese Alf Ross (1899-1979) paragonava la vita sociale umana al gioco degli scacchi: non è possibile giocare a scacchi da soli ed il gioco funziona soltanto se ogni giocatore esegue le mosse secondo regole preventivamente condivise ed accettate; allo stesso modo, per Ross, la vita sociale umana in una comunità non è un caos di azioni isolate l’una rispetto all’altra, ma le azioni individuali diventano coerenti, proprio perché i cittadini agiscono nel rispetto di regole comuni. Ross conclude che: “È la coscienza di queste regole che rende possibile la comprensione e in qualche misura la previsione del corso degli eventi”; in altre parole: la legalità è una condizione di buon funzionamento per la vita sociale, essa deve essere rispettata, ma deve essere anche fatta rispettare.

    Pretendere il rispetto delle regole da parte di tutti non è prepotenza, ma un atto doveroso. Anche l’ANA è una libera Associazione, dotata di regole proprie, che ogni socio divenendo tale, altrettanto liberamente sottoscrive ed accetta. La responsabilità della guida della nostra Associazione, a norma di Statuto, è fondata su meccanismi di scelta democratica e prevede un’organizzazione ordinata su Gruppi, Sezioni e Consiglio Direttivo Nazionale. Chi appartiene all’ANA sa bene quanto sia prezioso ed essenziale il rispetto della legalità in tutti gli ambiti della vita sociale, affinché il nostro paese possa superare le difficoltà e nuovamente prosperare.

    Restiamo dunque senza parole di fronte al desolante spettacolo delle distruzioni operate dai cosiddetti “black bloc” che, per l’ennesima volta, abbiamo visto in azione a Roma, comprendendo che essi vogliono distruggere non solo tutto ciò che trovano sui loro passi, ma, nello stesso tempo, travolgere ogni regola di civile convivenza. Tali atteggiamenti non sono tollerabili e perciò è indispensabile il richiamo all’osservanza ed il coraggio della pretesa del rispetto della legalità. Cominciando dalle regole associative, che vanno rispettate, anche se è lecito possano essere criticate e se del caso rimesse in discussione e persino modificate, ma sempre con la correttezza ed il rispetto dei modi previsti.

    Quando invece il desiderio di affermare le posizioni personali ad ogni costo, travalica gli ambiti di una critica corretta, si abbandona la cultura della legalità e l’indispensabile disciplina sociale, mettendo in pericolo l’esistenza dell’ordinata convivenza. Tanto vale sia per le Leggi dello Stato, sia per le forme di espressione delle libertà collettive – come quella di Associazione – previste dall’art. 18 della Costituzione. Però con una sostanziale differenza: il rispetto delle leggi statali è doveroso ed anche obbligatorio, quello delle regole di una libera Associazione è altrettanto doveroso, ma assolutamente volontario.

    Roberto Bertuol