La 12 ritorna a Tarcento per ricordare Ferruccio Talentino

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    Si è conclusa nei migliore dei modi la tre giorni tarcentina di ‘quelli della 12ª’ (è così che amano definirsi gli alpini che hanno fatto la naja alla 12ª compagnia del battaglione Tolmezzo) e di tanti altri che hanno voluto essere presenti per onorare un impegno che ci eravamo presi dopo che era emersa una ‘dimenticanza’ a riguardo della nostra vecchia caserma abbandonata nel 1966 per trasferirei a Moggio Udinese.

    Agli attenti lettori del ‘L’Alpino’ non sarà sfuggita la lettera al direttore, pubblicata sul numero di gennaio 2003, con la quale il nipote della Medaglia d’Oro Ferruccio Talentino esprimeva il proprio rammarico per il fatto che l’ex caserma fosse stata intitolata ad altri dimenticando il nome del valoroso zio.
    La lettera del parente dell’eroe faceva seguito all’allarme suonato sul numero di ottobre 2002 da Antonio Grasso dell’ANA di Ciseris ed a numerosi articoli di stampa apparsi sui quotidiani locali.
    A questo punto, per dare significato concreto all’iniziativa che ci ha portati a Tarcento il 24, 25 e 26 ottobre scorsi, è giusto riassumere sinteticamente l’essenza del problema.
    Come dicevo all’inizio, la 12ª ha lasciato Tarcento il 9 ottobre del 1966 (chi scrive è il colpevole di quel trasferimento) dopo 17 anni di splendida convivenza con quella che è definita ‘la perla del Friuli ‘; era però dal 1936 che reparti della Julia si alternavano nella vecchia filanda Ripari che il Comune aveva comprato lo stesso anno (importo 165.000) proprio per assicurare un accantonamento ai reparti che si avvicendavano per vari motivi in quella località.
    L’utilizzo in modo permanente dell’infrastruttura quale caserma aveva anche comportato che venisse intitolata a una del nostri eroi; fu scelto il tenente Ferruccio Talentino che, nei ranghi del battaglione Monte Arvenis, si era immolato il 6 ottobre del 1916 sul Monte Busa Alta.
    L’eroe, nato a Madrid da genitori piemontesi, e che allo scoppio della guerra si trovava in Italia per motivi di studio, decideva di arruolarsi volontario come soldato semplice nel 1915. Promosso successivamente sottotenente aveva combattuto in Carnia e sull’Ortigara per essere poi inviato nella zona del Monte Cauriol. Lì il 5 e 6 compì quell’azione straordinaria che, a soli vent’anni, gli meritava la massima decorazione al Valore.
    Durante l’incontro del 26 ottobre a Tarcento un giovane alpino della Julia ha letto con voce ferma la motivazione della Medaglia d’Oro:
    ‘Si offriva spontaneamente per condurre alla conquista di una formidabile posizione montana un plotone che, nel tentare quella impresa, quasi fantastica, aveva perduto il proprio comandante e parecchi gregari rimasti schiacciati dai macigni fatti rotolare dell’alto e dalle mine fatte brillare dal nemico.
    La perdita di uomini a lui vicini, nella preparazione dell’attacco, non affievoliva il suo generoso slancio e, scalata la posizione, superando rocce quasi a picco con l’aiuto di funi, sotto il tiro incrociato delle mitragliatrici e getto di bombe, si slanciava eroicamente alla testa dei suoi.
    Balzato primo nella trincea avversaria, difesa da una compagnia di Kaiserjager, con sommo sprezzo del pericolo e leonino coraggio, impegnava viva lotta corpo a corpo, finché cadeva, colpito a morte. Eroico sacrificio che valse a condurre il resto delle truppe alla vittoria con la conquista della importante posizione (Monte Busa Alta, 5 6 ottobre 1916)’. Questa la figura dell’eroe cui era intitolata la nostra caserma.
    Torniamo ai nostri tempi: dopo il 1966, la caserma, sempre di proprietà del Comune di Tarcento, veniva sostanzialmente sotto utilizzata fino al 1967 quando il terribile terremoto che tante vittime ha provocato al Friuli, ne comprometteva definitivamente l’utilizzo. Da quel momento, probabilmente, oltre al fabbricato, anche la memoria cadde nell’oblio e della vecchia caserma si cominciarono a perdere le tracce (solo gli incorreggibili ‘nostalgici’ della 12ª, un paio di volte, andarono in ‘pellegrinaggio’ a Tarcento ).
    Alla fine degli anni ’90, in ambito Comunità Economica Europea, venne promulgata una legge che consentiva ai comuni proprietari di fabbricati già destinati a caserma, di accedere a sostanziosi finanziamenti per la loro trasformazione in edifici ove svolgere attività compatibili e confacenti alla spirito della Comunità.
    Il comune di Tarcento, muovendosi tempestivamente, superando con grande impegno tutte le farraginose pratiche burocratiche, presentò il progetto tendente a trasformare l’ormai fatiscente fabbricato in Centro Europeo Arti e Comunicazione Contemporanee. Vide così la luce uno splendido edificio che, conservando intatta l’estetica della vecchia caserma, la trasformava in un edificio moderno e funzioriale.
    Quando si trattò di ‘denominarlo’ si decise, visto il contesto nel quale tutta la vicenda si era sviluppata e dato il tempo trascorso da quando gli Alpini se ne erano andati da Tarcento, di dedicarlo ad un illustre artista locale di nome Luciano Ceschia.
    A questo punto iniziò l’opera di ‘recupero della memoria’ che, oltre a vedere pubblicate sui diversi organi di stampa le argomentazioni cui si accennava in precedenza, prese forma proprio nel corso di uno di quei ‘pellegrinaggi’ dei vecchi della 12ª; accolti affabilmente dall’assessore Ganzitti proponemmo di collocare sulla facciata della palazzina comando una targa che ricordasse il passaggio dei reparti alpini, e in particolare della 12ª e, soprattutto che la caserma era intitolata alla Medaglia d’Oro Ferruccio Talentino.
    L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lucio Tollis accolse la proposta e così si giunse alla ‘tre giornate del ricordo’ che si sono appena celebrate.
    Bellissime giornate perché hanno mobilitato in tutta la sua efficienza il gruppo ANA di Tarcento con il suo capo gruppo Italo Rovere ( senza di loro non avremmo potuto fare granché).Bellissime giornate perché c’è stata un’ampia adesione di ex della 12 provenienti anche da località non friulane (molti i piacentini, veneti e trentini ma il ‘premio fedeltà’ va all’abruzzese Olivieri Nicolino ritornato fino quassù da Penne).
    Fra gli ex della 12ª ci ha onorato della sua presenza il Comandante delle Truppe alpine ten. gen. Bruno Job che ha guidato il reparto durante il terremoto del ’76. La popolazione di Moggio ancora oggi gli dimostra la sua gratitudine per quanto ha fatto in quelle tragiche circostanze! Accanto a lui la gentile consorte (tarcentina) e il Comandante della Julia brigo gen. Alberto Primicerj con signora.
    L’incontro è iniziato venerdì sera presso l’ex caserma con l’inaugurazione dell’esposizione di cartoline militari sui temi ‘Alpini in Russia’ e ‘La grande guerra’; più di settecento cartoline della collezione del gen. Rossini, che i numerosi visitatori hanno particolarmente apprezzato.
    La sera del sabato 25 un teatro stracolmo ha ospitato il coro Monte Bernadia del gruppo di Tarcento e il coro e la fanfara della nostra Julia. Serata indimenticabile! Si arrivava così all’appuntamento più importante fissato per le ore dieci e mezza di domenica 26. La caserma Talentino è tornata a vivere!
    Il picchetto armato della Julia, il coro della stessa brigata, i comandanti delle Truppe alpine e della Julia, alcuni vecchi comandanti della 12ª, i discendenti della Medaglia d’Oro e tanti, tanti alpini.
    Si comincia con l’illustrazione della splendida figura di Ferruccio Talentino e con una rievocazione della storia del fabbricato dalle sue origini quale filanda Ripari dal 1880
    fino ai giorni nostri. .
    Prende quindi la parola il sindaco di Tarcento che oltre ad illustrare brevemente le motivazioni che hanno portato a dedicare il Centro Europeo alla memoria dello scultore Luciano Ceschia, si sofferma con nobilissime parole sul sacrificio consapevole di tanti soldati e ufficiali di prima nomina; sacrificio che ha rappresentato, nelle terribili guerre mondiali, un esempio di altissimo valore al quale ancoro oggi dovremmo richiamarci.
    Ascoltiamo poi uno dei Comandanti ‘meno giovani’ presenti; il gen. Cismondi che, con l’efficacia espressiva che solo chi racconta con parole semplici quello che prova sa usare, ci racconta quello che significava alla fine degli anni cinquanta, vivere alla 12, a Tarcento con l’affetto della popolazione e l’orgoglio di
    essere parte integrante di quella società ricca di valori (lo ascoltava commosso il suo comandante dell’epoca gen. Coppa).
    E’ ora la volta del gen. Job, attuale comandante di tutti gli alpini in armi ed ex comandante della 12ª. Nessuno, meglio di lui, avrebbe potuto illustrarci cosa abbia significato l’esperienza alla 12ª e cosa voglia dire essere oggi al vertice di una Istituzione radicalmente rinnovata e trasformata, che opera con grande impegno ed efficienza in Italia e all’estero riscuotendo unanimi consensi e rappresentando per l’intero Paese un punto di orgoglio. Da parte di tutti quelli della 12ª, caro Bruno, ancora un grazie di cuore per la tua presenza e le tue parole!
    Si arriva così al momento in cui il picchetto rende gli onori e, mentre viene letta la motivazione della Medaglia d’Oro, il nipote dell’eroe, dottor Paolo Talentino, scopre la targa commemorativa e, al suono del silenzio, le massime autorità presenti depongono ai piedi della stessa una corona d’alloro a ricordo di tutti i Caduti alpini.
    La commozione si fa palpabile fino a sciogliersi in un lunghissimo applauso.
    La cerimonia, semplice, quasi intima, è finita: rimane da fare una breve visita al primo piano delle vecchie camerate per ascoltare il coro della Julia e visitare la splendida mostra di cartoline militari.
    La cerimonia è finita ma forse è nato un nuovo germoglio della 12ª; d’ora in poi chi visiterà il Centro Europeo Arti e Comunicazioni troverà all’ingresso una nobilissima targa di marmo bianco con lettere in oro e leggendola pronuncerà quello stesso nome Talentino che per tanti anni hanno pronunciato i vecchi della 12ª quando indicavano la loro ‘casa di naja’.
    Credo proprio che il 24, 25 e 26 ottobre del 2003 siano state tre splendide giornate!

     

    tenente generale Gianfranco Zaro (ex comandante della 12ª)