L'ultimo 'Lo giuro!' pubblico dei VFA

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    I giovani dell’ultima chiamata di leva presteranno giuramento in forma privata, nelle rispettive scuole. Il passaggio di testimone raccolto dal Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini.

    Chi non era preparato, è rimasto sorpreso, affascinato dall’invasione di spettatori, familiari ed amici che hanno bloccato Cividale del Friuli il 14 gennaio in occasione del giuramento degli alpini VFA dell’11º blocco 2004: l’ultimo giuramento in forma pubblica. I Volontari a Ferma Annuale (appendice di quello che è stato il servizio di leva) assegnati all’8º reggimento alpini sono gli ultimi testimoni di quell’esercito di popolo che dal 1872 ha servito in armi la Patria. Eredi di quei soldati di leva che tanto hanno dato al Corpo degli Alpini, successori di quei giovani che hanno donato parte della loro vita al servizio dell’Italia.

    Dalle guerre d’indipendenza alle campagne d’Africa; dalla prima alla seconda Guerra Mondiale; dalla guerra di Liberazione fino al soccorso alle popolazioni in patria in occasione delle calamità naturali del Vajont e del Friuli e della Valtellina e fuori, dai confini nazionali, nelle prime operazioni di pace. La loro eredità non va certo perduta: è stata raccolta dai reparti del nuovo Esercito e in più, per gli alpini, dal Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini sul quale spiccano 207 Medaglie d’Oro al Valor Militare, che era presente al gioramento, scortato dal vice presidente nazionale Giorgio Sonzogni e dai consiglieri nazionali Antonio Cason e Dante Soravito De Franceschi.

    L’intera cittadinanza si è riversata lungo le vie della città ducale seguendo gli alpini che dapprima hanno sfilato lungo le vie cittadine, dando bella mostra di sé e dell’addestramento formale e disciplinare che la vita del soldato è in grado d’insegnare. Poi, allo stadio, assistono al giuramento oltre cinquemila persone, una piccola adunata, commenta un giornalista RAI invitato per l’occasione e sorpreso da tanto calore attorno a quei centocinquanta ragazzi provenienti da tutta Italia. Centocinquanta reclute che intraprendono la loro esperienza militare nei ranghi dell’8º reggimento, uno dei più decorati, tra le mura della caserma Francescatto divenuta, negli anni, sotto l’attento comando del Col. Lenzini, un ambiente perfettamente in grado di fornire ai militari addestramento, efficienza e qualità della vita.

    Oggi inizia il vostro cammino di soldati lungo la strada del dovere, che non è una strada agevole. Gli ostacoli e le difficoltà non mancheranno, vedrete, ma sono certo che alla fine del percorso, l’esercizio del dovere, il rispetto delle regole e della disciplina, la condivisione delle difficoltà e la pratica della solidarietà daranno i loro frutti, fortificando il vostro carattere ed arricchendo il vostro animo . Sono le parole del comandante delle Truppe alpine ten. gen. Bruno Iob. Regole di condotta che le Truppe alpine, oggi come ieri, insegnano e chiedono al proprio personale. La vostra scelta di servire in armi il Paese continua il comandante e di farlo da alpini, è stata una scelta impegnativa e ricca di significato. Con essa avete espresso la volontà di andare oltre i vostri interessi personali, avete deciso di compiere il vostro dovere servendo la Patria in armi piuttosto che in altri possibili e legittimi modi.

    Visi che si contraggono per l’emozione tra le fila dei reparti schierati che, nello stadio di Cividale del Friuli, ricevono l’affettuoso e commosso abbraccio dei familiari, il compiacimento delle autorità unitamente alla nostalgica e consapevole partecipazione di chi, prima di loro, ha servito la Patria negli alpini. Un atto solenne che segna anche un mutamento storico sociale con il passaggio da un esercito di leva ad un esercito professionale. Professionisti, volontari, alpini che prosegue il generale Bruno Iob se si impegneranno con la generosità che è propria dei giovani, ripagheranno la stima e l’affetto della gente che oggi si è stretta intorno a noi e che, ormai, ha preso coscienza del nostro duro impegno e del ruolo che svolgiamo per riportare e mantenere la pace in molti, sfortunati paesi .

    Compito arduo ma che non spaventa certo chi ha vent’anni. Un nuovo esercito quindi, una forza in grado di rispondere alle molteplici situazioni operative, tecnologicamente evoluta ma sempre fondata sull’uomo con i suoi valori, le sue tradizioni e la sua memoria, senza le quali sarebbe solamente un vuoto strumento.

    Igor Piani tenente brigata Julia