In ricordo della mula Fina

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    È morta Fina la mula degli alpini. Diranno molti che ormai era troppo vecchia, qualcuno aggiungerà che in fondo era solo un animale, per noi sconci per passione non è così! Fina ha rappresentato nell’ambito alpino: le camminate lungo i sentieri al suo fianco, quel groppo in gola durante le sfilate, quel vivace deciso indomito temperamento, quel portamento fiero da protagonista assoluta, le parole spesso inutili che le abbiamo urlato, le frasi che le abbiamo bisbigliato di nascosto Per la tua storia e per quella di tutti coloro che ti han curato e che ti han voluto bene per tutto quello che vorrei ancora dire per tutto questo e per altro ancora, grazie! Addio vecia .

    Graziano de Biasi Reparto salmerie Sezione di Vittorio Veneto

    Questa è una lettera che mi imbarazza. D’istinto mi vien voglia di scherzare e ricordare a chi ci è vicino di quali sentimenti sono capaci gli alpini. Anche nei confronti degli animali! Ma qui ci troviamo di fronte ad una autentica poesia e a sentimenti che incontriamo solo nelle laudi medievali e non è giusto scherzare. Che fra il conducente e il suo mulo nasca un rapporto talmente profondo da far saltare gli schemi che coltiviamo in testa in termini di reciproca affettività è noto; non mi era però mai capitato di leggere espressioni così toccanti e commoventi. Una lezione impareggiabile dai nostri sconci e una dimostrazione che nell’universo alpino c’è sempre qualcosa di incredibilmente sorprendente da scoprire.

    Pubblicato sul numero di febbraio 2011 de L’Alpino.