Il testamento spirituale di Matteo

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    Si avvicina il Natale in Afghanistan. Qui le giornate continuano tra pattuglie, attacchi dei talebani e visite ai villaggi Si avvicina anche la fine della mia missione tra queste valli del Gulistan e tra pochi mesi tornerò in patria. Sto cominciando a stendere il programma per il progetto giovani 2011 alle scuole (di Vicenza, n.d.r.).

    Spero vivamente che quest’anno ci sia maggiore supporto da parte della sezione; si parla tanto di giovani di qua e di là e poi l’unico progetto concreto per il cambio generazionale e contatto con i giovani viene trascurato. Ci riprovo quest’anno sempre fiducioso e convinto di poter trasmettere ai giovani delle scuole dove terremo le assemblee le idee e i valori di noi alpini. I risultati dell’anno scorso sono notevoli. Inoltre adesso abbiamo la mininaja, che piaccia o no è un buon modo per stuzzicare l’interesse dei giovani. Penso di riuscire a diffondere il progetto scuole giovani a livello sezionale, non più solo a livello di gruppo .

    Matteo Miotto
    Caduto in Afghanistan il 31/12/2010

    Commento di Armando Vaghi gruppo di Trescore (BG) alla lettera riportata sopra: Visto il tragico epilogo della sua missione che avrebbe dovuto terminare di lì a poco tempo, credo si possa ritenere un piccolo testamento spirituale alpino, che merita da parte di chi ha vestito e veste ancora oggi la stessa divisa e lo stesso cappello alpino, la giusta attenzione e meditazione. Sono righe scritte da un giovane di 24 anni che aveva scelto il Corpo degli alpini volontario .

    Pubblicato sul numero di febbraio 2011 de L’Alpino.