Ieri e oggi: la stessa penna nera

    0
    57

    In Val d’Ossola un convegno sulle Truppe alpine fra leggenda e realtà

    Villadossola: cittadina incastonata tra le montagne a cinque chilometri da Domodossola, alla confluenza dell’Ovesca nel Toce, vanta una parrocchiale romanica del XII secolo e i resti della coeva chiesa di San Maurizio. In questo borgo di montanari e di alpini, il generale di Corpo d’Armata degli alpini e senatore Luigi Manfredi, quale presidente del Circolo dell’Ossola , vivace associazione culturale, ha organizzato e diretto un convegno sul tema: Il Corpo degli alpini; solo più leggenda o ancora realtà?

    La serata si è svolta al teatro La Fabbrica , ricavato in un vecchio complesso industriale ristrutturato. Co relatori il tenente degli alpini Nelson Cenci, classe 1919, medaglia d’Argento al Valor Militare, combattente sui fronti greco albanese e russo, icona dell’ANA, ed il generale di Corpo d’Armata Ivan Felice Resce, comandante delle Truppe alpine. Ha moderato il dibattito il nostro direttore, generale Cesare di Dato, già compagno d’armi del gen. Manfredi nel battaglione Morbegno a Vipiteno.

    La serata inizia con il concerto della fanfara della Brigata Taurinense diretta dal maresciallo Mondino e presentato dalla signora Lucetta, nume tutelare della fanfara stessa; la professionalità degli esecutori è garanzia di successo e infatti il pubblico in sala non ha lesinato gli applausi. Al termine del concerto il gen. Manfredi ha presentato il libro Malesco e i suoi protagonisti , del professor Ragozza, un profilo degli abitanti di quel centro della Val Vigezzo. Dopo l’intervento del presidente della sezione Domodossola, Ettore Superina, il gen. Manfredi apre i lavori: Il titolo del convegno è provocatorio: mette in evidenza le caratteristiche e le radici che hanno reso celebri nel mondo gli alpini e pone la domanda se questo Corpo scelto, che tutto il mondo ammira, possa avere un futuro.

    Quesito legittimo dopo le trasformazioni che le Truppe Alpine hanno subito in questi ultimi anni. Il volontariato continua il senatore non si è reso necessario per inadeguatezza del soldato di leva di fronte alle moderne tecnologie attribuite alle Forze armate. Ciò non è vero: durante il mio periodo di comando del 4º Corpo d’armata alpino il contingente italiano in Mozambico è stato alimentato esclusivamente da ragazzi di leva (oltre 10 mila, in più turni) che hanno riscosso l’apprezzamento dei delegati stranieri, convinti che si trattasse di soldati professionisti .

    Nelson Cenci ha parlato degli alpini di ieri, quelli di cui noi conserviamo gelosamente il ricordo struggente; quelli che hanno edificato, in cinque generazioni, la storia delle Truppe alpine. Un modo pacato, il suo, di esporre le proprie esperienze e i propri convincimenti, distante da ogni rivalsa nei riguardi degli avversari. Una lezione di civiltà cristiana che ha colpito il cuore degli intervenuti che gremivano il teatro.

    Il gen. Resce ha parlato degli alpini di oggi e di domani, i continuatori , ha detto. Egli ha tracciato il quadro attuale dei reparti alpini mettendo in evidenza i nuovi metodi di addestramento e le nuove tecniche di combattimento totalmente diversi da quelli di soli pochi anni fa. Questo perché totalmente diversi sono l’ambiente e le situazioni che gli alpini sono e saranno chiamati a fronteggiare. Citando Bosnia e Afghanistan, il generale ha dato fiducia agli ascoltatori circa la professionalità dei nuovi alpini i quali hanno ancora ben salda l’alpinità, quella molla che trasforma in alpino il comune cittadino.

    Il Comandante ha poi illustrato i materiali allo studio o già in dotazione che consentono una vita più accettabile a chi deve muoversi e combattere nei terreni più disparati. Sacco a pelo precario e giacche a vento a foglia di verza sono tramontati. Sono sicuro che gli interventi dei nostri oratori hanno riscosso il vostro interesse ha detto il generale Manfredi traendo le conclusioni del dibattito Dalle parole del generale Resce abbiamo guadagnato il soddisfacente convincimento che le Truppe alpine continueranno a essere una realtà anche in futuro perché sono un patrimonio al quale l’Italia non può e non deve rinunciare.

    L’obiettivo al quale tutti, Governo e Associazione Alpini, dobbiamo tendere è quello di riguadagnare anche dalle regioni del Nord un gettito consistente di giovani che desiderano svolgere il servizio militare negli alpini per ristabilire quel legame tra reparti e territorio che è sempre stato la nostra forza. A questo proposito esistono convenzioni con titolari di attività produttive, ma è necessario che tali convenzioni siano garantite da una legge che defiscalizzi le imprese che assumono ragazzi al termine del servizio militare . Il pubblico si è dimostrato sempre molto attento e interessato; era formato da tanti alpini della valle e tanti loro concittadini: gli uni e gli altri si sono uniti in un lungo applauso alla fine degli interessantissimi interventi.

    L’Alpino errante