Ideologie e stupidità

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    Volantini e scritte contro gli alpini sono stati rinvenuti ieri mattina a Carasco (Genova) in occasione dell’annuale raduno organizzato dal gruppo locale dell’Associazione Nazionale dei Militari in Congedo. “Via gli alpini”, recitavano i graffiti sui muri di due palazzi all’ingresso di piazza Umberto I, dove sono stati affissi anche i volantini. Su uno era riprodotto il volto di un anziano commilitone, con accanto la scritta “Una faccia di fiumi di vino, un cappello da lago di sangue”, su un altro “Sul cappello che noi portiamo… una scia di sangue lunga da Genova al Medio Oriente”. Durissime le reazioni del sindaco Laura Remezzano.

    Massimo Casaretto

    Invitato dal mio consuocero ho assistito ad una festa degli alpini la domenica delle Palme. Lasciamo perdere la distribuzione del vino di fronte alla Chiesa già alle ore 9 con i pintoni messi in bella mostra in un angolo e con i presenti che si ammassavano come cavallette come fossero reduci da una marcia alpina. Allo sfilamento nessuno ha dato disposizioni come sfilare, in chiesa un continuo parlare e alla deposizione della corona ai Caduti chi stava seduto sul muretto e chi chiacchierava senza salutare alle note del Silenzio.

    Giacomo Deregibus

    Dalla prima lettera si può intuire che le scritte siano attribuibili a qualche scriteriato che vede come fumo negli occhi le penne nere. Quello che invece fa rabbrividire è l’accostamento del vino al sangue. Un contribuito a diffondere l’immagine del fiasco brandito come uno scettro (seconda lettera) talvolta lo diamo goliardicamente anche noi, ma sulla vita nessuno ha mai scherzato. Primo perché la storia insegna che le guerre gli alpini non le hanno mai dichiarate, solo pesantemente subite, poi perché la nostra tradizione tiene al vertice dei valori, da sempre, il rispetto della vita e la solidarietà. Vorremmo che almeno questo ci fosse riconosciuto. Anche da parte di chi spreca l’esistenza a urlare il suo malessere esistenziale, senza rendersi utile al prossimo e coltiva delle idee non sufficienti a fargli comprendere che anche la stupidità ha un limite.