Identità e continuità

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    Caro direttore, ho letto solo oggi sul numero di dicembre de L’Alpino gli auguri del nostro presidente nazionale Sebastiano Favero e ho particolarmente apprezzato il trafiletto che riguarda i giovani. Io faccio parte del gruppo alpini di Ozzano Monferrato e giovedì 12 dicembre siamo stati onorati della visita del presidente Favero nella cerimonia di conferimento dei “Distintivi d’Oro” sezionali.

    Questo riconoscimento, creato alcuni anni fa dal nostro presidente sezionale Gianni Ravera, viene conferito a quegli alpini che si sono distinti per particolari meriti e che una apposita commissione ha designato dopo avere esaminato le varie segnalazioni di capigruppo o altri. Nel discorso pronunciato all’inizio della cerimonia il presidente Favero, dopo parole di ringraziamento, apprezzamento e altro, aveva fatto appello agli alpini presenti e soprattutto ai capigruppo perchè cerchino di avvicinare i giovani, di attirarli, di capirli più che biasimarli perchè il nostro futuro è nelle loro mani. Con l’abolizione del servizio militare di leva è venuta meno una scuola di valori che rendeva i giovani più forti moralmente, più maturi, più responsabili, più preparati per affrontare la vita civile. Noi alpini abbiamo il dovere di cercare di colmare questo vuoto, e questo “impegno e traguardo” che ci addita il nostro presidente nazionale è lavoro da sviluppare e da tradurre in azioni concrete.

    Cap. Lauro Luparia, Gruppo di Ozzano Monferrato, sezione di Casale Monferrato

    Quanto ci stiano a cuore le nuove generazioni emerge anche dai servizi che abbiamo voluto dedicare loro in questo numero de L’Alpino. Non solo per ragioni di anagrafe, considerato che il futuro appartiene a loro, ma prima ancora per ragioni pedagogiche. Siamo sempre più convinti che lo spirito alpino abbia molto da insegnare loro. In tempi di emergenza educativa, un po’ di naja, magari alpina, rappresenterebbe una “cura” formidabile per ridare anima e mani al tessuto sociale.