I cento anni del Gruppo Conegliano

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    Un coro, una mostra, una sfilata: il ricordo del passato, i segni del presente, nel giro di tre giorni, per il centesimo compleanno del Gruppo artiglieria da montagna Conegliano, nella città che dà il nome al reparto che qui nacque nel 1909. Sono stati i montagnini in congedo, domenica 14 giugno, a fare gli accompagnatori dei veci nella manifestazione che ha visto ben cinquemila fra Penne nere e pubblico uniti nella celebrazione dell’anniversario.

    C’era, fra gli altri reduci di guerra, Sigirfredo Masier, classe 1922, da San Michele di Piave (Treviso), che ha sfilato a bordo di uno degli automezzi riservati ai veci. Masier ha pochi, ma vivi ricordi: il freddo patito a 40 gradi sotto zero nella ritirata, il fuoco tremendo delle katiusce, e la Resistenza, dopo l’8 settembre. In Russia era nella 13ª batteria, resa famosa da Giulio Bedeschi in Centomila gavette di ghiaccio .

    Proprio a Conegliano, fra l’altro, il ricordo del medico scrittore è particolarmente sentito: i suoi preziosi valenki, donati dalla vedova, sono stati esposti nella mostra dell’Artiglieria allestita nel Museo degli Alpini; a pochi chilometri, in quel di San Fior, abita il suo ex attendente, Antonio Covre (la sua intervista è apparsa su L’Alpino del mese di giugno). Non poteva mancare, nel ricordo storico, un altro personaggio: Pietro Marchisio, aiutante maggiore del Gruppo nella campagna di Russia, la cui voce è giunta al telefono dal Piemonte, la sera del sabato, nell’incontro organizzato al Teatro Accademia.

    Tanti uomini, tante storie Come quella di Arturo Virulli, di Gemona del Friuli, in servizio nella Caserma Goi nel maggio 1976. Era appena uscito di casa quando scoppiò il finimondo. Perse padre, madre, sorella e nipote. In caserma, al colonnello che voleva congedarlo rispose col rifiuto. Avrebbe trascorso l’estate lavorando fra le macerie del Friuli distrutto. Il centenario del Gruppo ha visto lo spiegamento del 3º Reggimento artiglieria da montagna della Julia, con la fanfara in testa e la bandiera di guerra, e, a sfilata conclusa, i discorsi celebrativi nella cornice impareggiabile di piazza Cima.

    C’erano, a portare il saluto affettuoso ai montagnini di ieri e a quelli di oggi, il vicecomandante delle Truppe Alpine gen. Claudio Mora, il comandante della Julia gen. Gianfranco Rossi, il sindaco della città Alberto Maniero, il presidente del Comitato Gruppo Conegliano gen. Gianfranco Chiesa. L’ANA era rappresentata dal Labaro scortato dal vice presidente nazionale vicario Marco Valditara, dai consiglieri Sebastiano Favero, Nino Geronazzo, Onorio Miotto, il direttore de L’Alpino Vittorio Brunello e il presidente della sezione Gian Battista Bozzoli.

    Sottolineando un parallelo di anniversari: il secolo del Gruppo e i 90 anni dell’ANA, Valditara ha fra l’altro svelato il segreto di queste continuità: Individualità di uomini che sanno fare squadra; e poi, la lezione della montagna .

    Giovanni Lugaresi

    Pubblicato sul numero di luglio agosto 2009 de L’Alpino.