Grazie Bolzano, grazie alpini

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    Grazie per l’organizzazione, per l’accoglienza, per la partecipazione della popolazione, per l’italianità che avete dimostrato, grazie al Padreterno che ci ha dato una bellissima giornata. Chiedo scusa per i miei dubbi.

    Pietro Masnovo

    Grazie di averci dato tre giorni meravigliosamente inarrivabili, di avermi fatto sentire fiero del mio cappello con la penna, della lezione di civiltà dimostrata a tutti, grazie per tutti gli odori, i rumori, i canti che ho sentito ogni sera, per avermi fatto piangere di commozione. Una domanda: quando tornate?

    Mario Ravagni

    Attendevo l’Adunata con qualche perplessità. Ero fra quelli tentati di lasciare la città. Ai primi arrivi il mio umore è cominciato a cambiare. Venerdì pomeriggio sono andato in centro e mi sono trovato bene. Ho partecipato con la mia famiglia all’arrivo della bandiera di guerra e più tardi sono tornato da solo e vi sono rimasto fino alle tre di mattina. Davvero entusiasmante e coinvolgente la gente: musica in ogni angolo, mai al di sopra delle righe o maleducata. La sfilata come descriverla? Le grandi emozioni vanno solo vissute e … ricordate. Lunedì sono tornato al lavoro, la città era deserta e sola.

    Claudio Gazzi – Bolzano

    Vorrei che attraverso il vostro giornale giungesse a tutti i “veci e bocia” il mio compiacimento per la meravigliosa invasione che oltre ad altro mi ha fatto risorgere l’orgoglio di essere un loro compatriota: italiano ed europeo, Grazie alpini! Ritornate!

    Paolo Serena – Bolzano

    L’11 maggio, nelle più importanti vie di Merano, Portici e Leonardo da Vinci, nonostante la simpatica presenza di molti gruppi alpini, non c’era un tricolore. Nemmeno sul palazzo municipale. Ho presentato le mie rimostranze alla segreteria del sindaco. Abbiamo aspettato quest’Adunata per poter ascoltare il nostro Inno nazionale, il Trentatré e per vedere sventolare il nostro sacro vessillo e per la simpatia che il Corpo porta con sé ovunque. Domattina esporrò comunque il mio.

    Gian Bruno Galesso – Merano

    Sicuramente arriveranno tantissime mail, ma volevo ringraziare tutti gli alpini che hanno regalato a Bolzano un fine settimana di pura allegria, gioia e armonia, vedere tante persone unite così pacificamente a cantare fino a notte fonda. Complimenti a tutti.

    Edith Perathoner

    Quest’anno meno gente, uno sfilamento un po’ a singhiozzo, ma comunque bella Adunata! Grande ANA, grazie di cuore! La lamentela: annoto che ci sono dei partecipanti maschietti che squalificano la stragrande maggioranza. Facendo un “servizio” ben peggiore delle “carrette”. Mi sono messo a pulire dove chi aveva smontato la tenda aveva lasciato schifezze… su una rotonda ben trafficata. Ho sentito che alla birreria Bolzano sono spariti 300 boccali tipici. Chi consumava andava in giro per la città con gli stessi attaccati alla cintura. Alcuni di questi personaggi non portavano il cappello con la penna, altri (molti) avevano quello delle bancarelle. Un alpino che conserva gelosamente il suo cappello non riesce ad essere incivile. Sarebbe come dire di andare allo stadio con la bandiera dell’Inter e tifare Juve.

    Mario Bazzoni – Intra

    Debbo dire che è stata una splendida e “solita” Adunata: accoglienza, simpatia e sorrisi non sono mancati e gran parte degli abitanti di Bolzano hanno risposto in modo positivo. Confermo pertanto che chi non c’è ha sempre torto. Unico neo, in centro storico pochi tricolori, ma là mi dicono che la maggioranza degli abitanti è di lingua tedesca. Va bene! Ai signori, quelli della “contro Adunata” facciamo arrivare comunque il nostro ringraziamento per la splendida accoglienza, agli altri, cioè quelli che l’hanno condivisa con noi, ci abbiamo già pensato passando intere giornate con loro, mangiando e bevendo in compagnia. Loro, li abbiamo già ringraziati a modo nostro.

    Enzo Dal Sie – Ponzano Veneto (TV)

    Un immenso grazie a tutti gli alpini di tutta Italia e di tutto il mondo che hanno animato e amato la città di Bolzano e i paesi in periferia.

    Karin e Lauro Bedin – San Giacomo

    Un sentito grazie che viene dal cuore. Avete portato un’altra visione di una realtà possibile a Bolzano. Vedervi accampati ovunque è stata una gioia per gli occhi e sentirvi una gioia per il cuore. Benvengano la città chiusa, le tende nei parchi ed i campeggi improvvisati se questo è il risultato. Bellissime scene: asciugamano a petto nudo dopo una doccia, i bicchieri di vino condivisi e gli arrosticini. Un profumo di griglia ovunque. Mi dispiace non potervi salutare uno ad uno, non vedervi in giro per la città con i vostri cappelli e la vostra goliardica e spensierata compagnia.

    Lorena Agosti

    Non ho trovato un blog nel sito e volevo solo trasmettere la mia gioia di bolzanina e comunicarvi che a noi giovani non interessa quale lingua si parli perché facciamo parte tutti quanti dello stesso paese e sicuramente tanti altri bolzanini la pensano come me e ringraziano per questa bellissima esperienza e spero che tutti gli alpini che vi hanno partecipato si siano sentiti accolti bene. Le frasi scritte sui vari striscioni erano perfette e speriamo tanto che a determinate persone entrino in testa e nei cuori: il passato è passato, bisogna vivere il presente e pensare a un futuro migliore per tutti.

    Lettera firmata

    Il successo, indiscusso, dell’Adunata di Bolzano non va ricercato nell’organizzazione, che ha funzionato bene, nel numero dei partecipanti, alto, nella sfilata, sempre entusiasmante, ma nell’accoglienza da parte della città e della provincia di Bolzano e nella capacità degli alpini d’integrarsi con la popolazione. Abbiamo vissuto, tutti, giornate serene, gioiose all’insegna di una fraternità che esiste anche quando condizioni storiche, culturali e linguistiche possono creare un contesto ambientale apparentemente difficile, se non in contrapposizione. Gli alpini a Bolzano non hanno fatto nulla di diverso da quello che fanno in tutte le città italiane e la risposta è stata esattamente come a Torino, Bergamo o Bassano. La forza della penna? Anche, ma bisogna riconoscere che le divisioni sono spesso il frutto di precisi e non dichiarati interessi politici. E noi alpini non abbiamo un buon rapporto con questi ultimi, mentre ce l’abbiamo splendido con chiunque voglia condividere con noi i sentimenti autentici che sono da sempre nel cuore dell’uomo.