Esercito di leva o di professionisti?

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    Esercito di leva o professionisti. Il recente episodio afgano, ove due nostri ufficiali sono stati liberati, in modo purtroppo non indolore, da una incursione di commando’s italo/britannici, ripropone una riflessione sulla ammissibilità, nella condotta della guerra asimmetrica, di un esercito di leva. Ce lo vedremmo un esercito composto interamente da militari di leva in zone come Iraq, Libano o Afghanistan?Nessuno si sognerebbe di inviare allo sbaraglio o meglio al macello, degli inesperti marmittoni, per quanto animati da buona volontà. È finita l’epoca degli eserciti di leva. Presto potremmo essere anche noi interessati a creare forze di supporto ai quadri operativi costituiti da professionisti. I terroristi potrebbero agire in casa nostra e, in tal caso, non solo potranno essere utili le forze comuni presenti sul territorio, ma dovranno essere potenziate, specialmente nel nostro bel Paese ricco di opere d’arte e di monumenti unici al mondo. Dove trovare allora queste forze ausiliarie se non nella massa dei cittadini?

    Cesare Maria Glori

    È finita l’epoca degli eserciti di leva?La risposta è nella seconda parte della lettera dove si parla di forze di supporto , forze comuni , forze ausiliarie provenienti dalla massa dei cittadini , come strumenti necessari alla difesa o alla tutela di un Paese come il nostro. Concetto in linea di massima condivisibile, anche se riduttivo. Nessuno nega che carabinieri, poliziotti, finanzieri, pompieri abbiano bisogno di una preparazione specifica. Così dev’essere per i militari mandati in Afghanistan, Libano e decine di altri paesi in difficoltà di governabilità. Ma questo non significa che le Forze Armate debbano essere condizionate a rispondere solo ad esigenze di politica estera. Per noi l’Esercito è l’istituzione preposta alla sicurezza del Paese, intesa nel suo significato globale e richiede il concorso di tutti. Il problema è come. La scelta degli obiettivi da assegnare alle FFAA da parte del Parlamento risente delle contraddizioni e delle rissosità partitiche. Purtroppo da decenni il dibattito sulla Difesa, invece di affrontare il nodo centrale, l’ insicurezza e la pericolosità diffuse in tante parti del mondo e in Italia, si esaurisce, in sede di finanziaria, su qualche frazione di punto del PIL. Sempre limando. I marmittoni? Hanno scritto la storia d’Italia e Rommel, che non era tenero con noi, li avrebbe voluti ai suoi ordini. Per non parlare dello stupore di Eisenhower quando, nei primi anni ’50, ha visto come operavano gli alpini all’interno delle truppe NATO.